Mariateresa Conti
da Palermo
Sinora è stata una battaglia del centrodestra. È di qualche giorno fa la «marcia» su Roma promossa dallMpa, il Movimento per lAutonomia guidato dalleurodeputato e presidente della Provincia di Catania Raffaele Lombardo, che martedì scorso ha manifestato davanti a Palazzo Chigi per protestare contro la decisione del Governo Prodi di accantonare la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, nonostante lopera sia stata già progettata, finanziata e appaltata, con tanto di «benedizione» dellUe. Ma adesso il fronte del Sì al Ponte sembra acquisire un alleato inaspettato: lex ministro ed ex sindaco di Catania Enzo Bianco che, da senatore della Margherita, in un intervento sul quotidiano La Sicilia, apre alla possibilità che lopera venga realizzata o alleventualità, almeno, che a dire lultima parola siano gli stessi siciliani e i calabresi, attraverso un referendum. Una presa di posizione in controtendenza rispetto a quella della coalizione cui lo stesso senatore Bianco appartiene.
Le parole dellex sindaco di Catania non lasciano spazio a dubbi. Rispondendo ad un lettore, in una lettera, il senatore Bianco scrive: «Sono contro limpostazione ideologica della questione Ponte. Ponte sì perché è la panacea per tutti i mali della Sicilia, semplicemente perché non è così. Ponte no perché in Sicilia cè la mafia, o perché è dannoso. I ponti si fanno in tutto il mondo, dalla Danimarca agli Stati Uniti, se e quando servono. Il Ponte da noi serve, soprattutto dal punto di vista ferroviario, e si giustificherebbe pienamente se esistesse una linea ferroviaria veloce sulla Salerno-Villa San Giovanni. Esistono, oggi, le condizioni per costruirlo subito, insieme alla velocizzazione delle Ferrovie? Se la risposta è sì allora si faccia, nel pieno rispetto dei vincoli ambientali e di sicurezza. Non ci sono le condizioni? Allora si investano le risorse esistenti in altre infrastrutture ma sempre al servizio di questa area Sicilia-Calabria. Se poi serve un referendum per sapere qual è la volontà dei siciliani e dei calabresi, sarebbe bene che si facesse. Di certo cè che non consentiremo a nessuno scippi e distrazioni. Ed io amo come sempre parlar chiaro».
Immediate le reazioni. «Sul ponte - sottolinea il presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro - cè bisogno di prese di posizione nette, chiare e coraggiose. La voce fuori dal coro dei No del centrosinistra, rappresentata da Enzo Bianco, è apprezzabile e mi auguro che venga seguita da altri esponenti della sua coalizione, in modo da aprire una fase di dialogo vero e costruttivo. Però, si deve avere la coerenza necessaria per evitare ogni equivoco». Il governatore Cuffaro ricorda che è solo il «no» del governo Prodi a bloccare lavvio del cantiere, e che è «inaccettabile anche soltanto in via di principio lipotesi di scippare le risorse già stanziate per il Ponte per stornarle verso altre infrastrutture, per le quali il governo nazionale può sempre - ammesso che lo voglia - reperire altri fondi. Quanto al referendum - conclude il presidente Cuffaro - mi fa piacere che Bianco condivida lidea lanciata dal centrodestra, condivisa e sposata dal governo della Regione e avversata, semmai, dagli alleati del senatore dellUlivo ed ex sindaco di Catania». Una dichiarazione che ha provocato la controreplica polemica di Bianco, per quanto riguarda le critiche alla politica del governo Prodi
Allinsegna della soddisfazione piena, invece, le parole di Lombardo: «Esprimiamo apprezzamento per la presa di posizione del senatore della Margherita Enzo Bianco a favore del Ponte sullo Stretto, iniziativa che ci auguriamo serva ad incoraggiare anche altri esponenti del centrosinistra a superare le posizioni più ideologiche e radicali. Abbiamo più volte detto e lo ribadiamo che noi vogliamo dialogare con tutti, anche con il governo nazionale, nellinteresse della gente del Sud e della Sicilia».
Quella di Enzo Bianco non è lunica attestazione pro Ponte che arriva dal fronte del centrosinistra. Martedì scorso, alla manifestazione promossa dallMpa, aveva infatti partecipato anche il presidente della commissione Difesa del Senato, Sergio Di Gregorio.
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