Economia

Pop. Intra tranquillizza: rischi sotto controllo

da Milano

La Popolare di Intra cerca di tranquillizzare il mercato: la vicenda Finpart (gruppo in crisi e a cui l’istituto ha concesso abbondanti crediti) è sotto controllo. L’istituto guidato dal neopresidente Cesare Ponti ha comunicato ufficialmente ieri che la semestrale, la cui approvazione è in calendario per il prossimo 28 settembre, vedrà una crescita delle sofferenze lorde di circa 110 milioni e una contabilizzazione di accantonamenti straordinari per 140 milioni circa. La perdita per i primi sei mesi dell’anno è stimata intorno ai 70 milioni. «Il grado di svalutazione dei singoli crediti, al netto delle relative garanzie ipotecarie, si collocherà tra il 50% e l'80%, con un rischio residuo da ritenere sotto controllo», ha spiegato una nota emessa dalla banca.
Il titolo era stato sospeso in Borsa in attesa del comunicato. Alla riapertura il prezzo è scivolato, perdendo oltre l’1%, per poi recuperare fino alla chiusura (-0,38% a 12,59 euro). Possibile segno di fiducia nei conti della Intra, secondo le interpretazioni più benevole. Molti osservatori ritengono in realtà che a sostenere le quotazioni siano le voci di possibile interessamento di altre banche (tra di essi la Popolare di Vicenza), interessate a rilevare gli sportelli dell’istituto. Quanto a possibili colloqui con altre banche la Intra ha ribadito «la ferma intenzione di procedere salvaguardando l'autonomia della banca» sottolineando di aver già smentito l'interessamento da parte di altri istituti.
Per quanto riguarda i crediti erogati alla Finpart, l'esposizione lorda verso il gruppo operativo, dice la Intra, ammonta a 38,8 milioni di euro, l'esposizione verso la famiglia Facchini è di 62,1 milioni, mentre i crediti verso la famiglia Mazzola è di 68,7 milioni (per circa 32 milioni di natura ipotecaria), se si comprendono anche le iniziative comprese nell'attività tipica immobiliare. Le altre posizioni emerse, secondo la banca, riguardano soggetti imprenditoriali non riconducibili a Finpart.

«Nessuna azione, sia direttamente, sia indirettamente», continua la nota «è stata posta in essere a sostegno dei corsi azionari».

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