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La Pop di Sondrio punta sul Trentino

L’esercito dei soci della Banca Popolare di Sondrio è già preparato: ripetere quest’anno gli eccellenti risultati del 2009 (utile netto di 201 milioni di euro, dividendo di 0,33 euro per azione) non sarà facile. E non solo perché a bilancio verrà a mancare la plusvalenza di 60 milioni di euro messa in cassaforte grazie al parziale disimpegno da Arca Vita. L’appiattimento dei tassi limita i margini, e poi c’è da considerare l’onda lunga della crisi che farà ancora sentire qualche spina a livello di sofferenze.
Eppure ieri a Bormio, dove la Sondrio ha tenuto l’assemblea di bilancio (approvato all’unanimità) sotto la presidenza di Piero Melazzini, si respirava l’aria festosa di sempre tra gli oltre 3mila azionisti presenti, molti dei quali arrivati a bordo di una quarantina di pullman. «I nostri sono soci-clienti - spiegano i vertici dell’istituto - : questa è la nostra fortuna. Gente che non impazzisce dietro alla capitalizzazione di Borsa, che pensa un po’ di più al medio periodo e, soprattutto, valuta se la banca fa la banca». Cioè se continua a prestar quattrini. E la Sondrio, anche nei momenti di difficoltà, c’era: «Non abbiamo mai lasciato a piedi nessuno», dicono con orgoglio. Anzi: «Siamo intervenuti quando le grandi banche hanno chiuso i rubinetti», è la piccola punta polemica in aggiunta.
La banca è fatta così, da sempre: riluttante alla politica delle aggregazioni e dello shopping, è affascinata solo dal proprio splendido isolamento, perfetta antitesi del too big to fail di matrice Usa. Un solo strappo alla regola è stato fatto con la recente acquisizione, in accoppiata con Bpm, di Factorit, «un tassello complementare alla nostra missione di assistenza alle imprese». Meglio la prudenza montanara, perché perfino la roccia può essere friabile: «Vogliamo camminare da soli, e i fatti ci danno ragione: abbiamo una buona liquidità e una solida base patrimoniale», affermano alla Sondrio. Ecco perché i Tremonti-bond non sono serviti. Ma il ministro-conterraneo «si è comunque mosso splendidamente e con tempismo eccezionale».


Insomma: crescere per gradi. Così, anche quest’anno, nuove filiali verranno aperte a Trento, Merano, Rovereto, Verona, Aosta e Chiavari con l’obiettivo di aumentare il presidio territoriale, soprattutto nei capiluoghi di provincia.

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