Il popolo della sinistra in piazza a Tresigallo

da Torino
Ore 11,30. Sala Azzurra del Lingotto. Inaugurazione della XX Fiera del libro di Torino. Con un’ora e mezzo di ritardo il ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, insieme a Mercedes Bresso, presidente Regione Piemonte, Ernesto Ferrero e Rolando Picchioni, i due patron della Fiera, inaugurano la manifestazione. Picchioni ruba alle Lezioni americane di Calvino il motto: «Leggerezza, visibilità, molteplicità, esattezza». Ferrero convince il ministro: «Contiamo su di lei perché ci metta in condizione di lavorare meglio. Un Paese è quello che sa. Chi legge vince. I 300mila del Lingotto sono l’avamposto dell’Italia migliore». Jonas Jucas, ministro della cultura in Lituania, Paese ospite, traccia i nostri confini: «L’Italia è la culla della cultura cristiana, la Lituania l’ultimo bastione della cultura pagana».
Ore 13, Arena Bookstock. Francesco Piccolo (presenta L’Italia spensierata, Laterza, presente Enzo Bianchi, priore di Bose): «Per scrivere il libro ho dovuto vedere Natale a Miami. Il film vuole dimostrare che l’unica preoccupazione vera dell’uomo italiano è il sesso. Io mi sento un italiano diverso. Però poi ho ripensato al referendum lanciato da Cuore con il popolo della sinistra sulla cosa per cui vale la pena vivere. Fino alla morte del giornale al primo posto rimase sempre la stessa cosa: il sesso».
Ore 15,30, Sala Azzurra. Elisabetta Sgarbi (direttore editoriale Bompiani): «Spesso mi trovo a discutere con gli autori perché pensano che non facciamo abbastanza pubblicità o non organizziamo un pubblico abbastanza folto per le presentazioni». Diego Marani (autore Bompiani): «A Tresigallo aleggia forse un’esalazione della canapa, una follia che poi contagia anche gli altri». Dario Franceschini (uomo politico e autore Bompiani): «A Tresigallo ho fatto un comizio in una piazza completamente vuota». Diego Marani: «La nostra forza è il vuoto».
Ore 19, Sala Azzurra.

Qual è il confine da superare per diventare editore o autore di successo? Al termine della sua lectio magistralis sul mestiere dell’editore, Gian Arturo Ferrari, direttore generale divisione libri Mondadori risponde: «Non ci sono limiti esterni. Io sono di cultura totalmente meritocratica. Se un autore o un editore non ce la fa la responsabilità è solo sua».

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