Porto Empedocle diventa l’approdo dei trasformisti

L’Unione si presenta divisa, con tre candidati sindaco provenienti dalle file della Cdl. Anni di cambi di casacca

Porto Empedocle diventa l’approdo dei trasformisti

Gaetano Ravanà

da Porto Empedocle (Agrigento)

Forse nemmeno l’immaginazione del suo cittadino più noto, lo scrittore Andrea Camilleri, potrebbe chiarire quello che sta succedendo sul versante politico a Porto Empedocle. Tutti contro tutti, e poco importa se ci sono due schieramenti da rispettare. Da queste parti il rispetto è soltanto per il potere. Che la classe politica locale non sia molto esperta lo si è capito in quest’ultimo decennio. Due sindaci fatti fuori, sfiduciati prima della fine del mandato, dai partiti che li sostenevano. Un sindaco dell’Udc che dopo essere stato sfiduciato dal suo schieramento, dopo tre giorni annuncia il passaggio al Psi di Bobo Craxi. Ma la cosa più divertente è rappresentata dal centrosinistra, che ieri mattina non solo ha ufficializzato tre candidati alla poltrona di sindaco (si andrà a votare l’11 giugno), ma è andato oltre: schierando tre personaggi che, fino a qualche settimana fa, facevano parte dell’altro polo. Proprio così. Clamoroso il caso di Giuseppe Pippo Sinesio, figlio d’arte visto che il padre è stato sindaco di Porto Empedocle della Democrazia cristiana per un ventennio. Giuseppe Pippo Sinesio, come il padre, ha cominciato la carriera politica nella Dc, per poi aderire all’Udc. Non riuscendo evidentemente a ritagliarsi uno spazio tutto suo, ha preferito cambiare aria approdando ai diessini, che immediatamente lo hanno proposto a sindaco. Singolare anche il comportamento di Calogero Martello, candidato sindaco della Margherita. Fino a qualche mese fa era iscritto ad Alleanza nazionale. Aveva ricoperto l’incarico di assessore provinciale all’Agricoltura per conto del partito di Fini poi, una volta fatto fuori, ha preferito approdare alla Margherita. Anche il terzo candidato del centrosinistra, Orazio Guarraci, apparteneva a Nuova Sicilia, un partito che è schierato con la Casa della libertà e appoggia il presidente della Regione dell’Udc, Totò Cuffaro. Tre candidati sindaco che il centrosinistra ha pescato quindi nel centrodestra. Una operazione che spaccherà un elettorato che rischia di andare in confusione. Ma anche il centrodestra non è stato da meno. Forza Italia e l’Udc, che sono i partiti più forti nella realtà locale, si sono dichiarati guerra. Entrambi non hanno fatto un passo indietro, e così hanno deciso di concorrere con un proprio candidato. Gli azzurri, spalleggiati dal leader locale, Michele Cimino, assessore regionale uscente, hanno imposto Paolo Ferrara, mentre l’Udc ha scelto l’attuale assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Lillo Firetto. Il partito dello scudocrociato potrà contare sull’appoggio di Alleanza nazionale, mentre Forza Italia spera nei voti del Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo, anche se l’operazione in questo caso appare molto complessa. Ma che ci sia qualcosa di politicamente strano lo si evince anche dalla liste presentate al Consiglio comunale. Ben 12 consiglieri uscenti su quindici hanno cambiato partito.

La situazione è davvero paradossale, ma da queste parti ai paradossi ci sono abituati, visto che il pino sotto il quale riposa il drammaturgo agrigentino Luigi Pirandello si trova nella parte più alta del centro. E mentre partiti e movimenti politici fanno a gara per il potere, la città sprofonda sempre più in basso. I disoccupati aumentano giorno dopo giorno e il centro storico cade sempre più a pezzi.

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