Dal porto di Salomone alle rive di Sodoma

Un canale di 200 chilometri, che attraversa le terre del racconto biblico e che porterebbe a «mischiare» le acque di due mari dell’Antico testamento. Il progetto parte dal golfo di Aqaba, sul mar Rosso: qui, sul Golfo, si fronteggiavano le storiche Eilat e Aqaba, due città non appartenenti alla Terra promessa, ma considerate porti fondamentali dai Re, primo fra tutti Salomone. Prima ancora del Sinai (alle spalle del Golfo), è il mar Rosso il protagonista di uno degli episodi più noti della Bibbia: il passaggio del popolo di Israele attraverso le sue acque, sotto la guida di Mosè. L’evento è narrato nel capitolo 14 dell’Esodo: Mosè sta portando il popolo via dall’Egitto e, durante la fuga, si trova di fronte il mare. Un ostacolo che solo l’intervento divino rende superabile: il bastone di Mosè «separa» le acque, che lasciano passare soltanto Israele e si richiudono sugli inseguitori del Faraone. Il Mar Morto, detto anche «mare salato» o «mare di Arabah» è il «lago» sulle cui rive sorgono Sodoma e Gomorra, tanto che, nei secoli, viene chiamato anche «mare di Sodoma».

Lungo le sue rive passa Abramo quando, da Ur, intraprende il viaggio verso la terra di Canaan e si ferma a Ebron. Ma il mare dove nessuna vita può sorgere compare anche nelle profezie di Ezechiele, che prevede che, un giorno, le sue acque diventeranno fresche e i pescatori spargeranno le reti lungo le sue spiagge.

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