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Le post-pensionate, donne sull'orlo di una crisi di nervi

Il prolungamento forzato dell'attività potrà infatti avere ripercussioni di tipo psicologico sui lavoratori. Ne è convinta Sira Sebastianelli, psicologa e psicoterapeuta, che avverte a non sottovalutare gli effetti, anche economici, che le modifiche al sistema della previdenza potrebbero comportare.

Quando si dice che troppo lavoro ti fa perdere la testa. Il prolungamento forzato dell'attività potrà infatti avere ripercussioni di tipo psicologico sui lavoratori. Ne è convinta Sira Sebastianelli, psicologa e psicoterapeuta, che avverte a non sottovalutare gli effetti che le modifiche al sistema della previdenza potrebbero comportare, soprattutto sulle donne. «L'elevazione dell'età pensionabile - sostiene - molto probabilmente produrrà degli effetti psicologici sulle persone, sia uomini che donne, in quanto cambia la prospettiva del futuro e la conseguente progettualita».
Bisognerà ritarare gli obbiettivi e amministrare le forze. «L'idea di avere davanti altri 10 o 15 anni di lavoro in più rispetto a quelli preventivati - sottolinea ancora Sebastianelli - blocca la possibilità di realizzare i propri desideri, di soddisfare i propri bisogni. Spesso, infatti, si rimanda al periodo della pensione la possibilità di cambiare lo stile di vita o si pensa a cambiamenti anche radicali. Pensare di andare in pensione con così tanti anni di differenza può bloccare questa progettualità e produrre una situazione che, se non compensata da altre gratificazioni, provocherà un senso di impotenza. E a sua volta questa impotenza, se non trova nuove vie di sfogo, può degenerare in disagio psicologico, depressione o malesseri psico-fisici».
Donne a rischio. «Sicuramente - prosegue la dottoressa - sono loro le più penalizzate e le più in pericolo». Donne-mamme.massaie, impegnate per tutta la vita nel doppio o triplo ruolo e che anche in questo frangente «non riescono ad avere tempo per se stesse e non ce l'avranno mai». Oltretutto, «si spera sempre di mettersi a riposo in una età che ti consenta di fare le cose sempre rimandate». Invece, dice ancora la Sebastanelli, con queste modifiche «si rischia di passare dal lavoro alla pensione ad una età che non lascia forza fisica per modificare lo stile di vita, di dedicarsi ad attività sempre rimandate: sono aspetti collaterali che la situazione contingente di urgenza non ha consentito di valutare».
E il prolungamento forzato del lavoro può avere ripercussioni anche sul lavoro stesso. Ad esempio, sotto forma di mancanza di impegno. «Tutto cio' che ci obbliga - conclude Sebastianelli - non può trovarci disponibili. Soprattutto se non c'è condivisione, la vena depressiva di fondo, il senso di impotenza, può trasformarsi in depressioni maggiori.

Potrebbe amplificare ciò che è latente, con conseguenze che sicuramente andrebbero a pesare anche sul sistema sanitario nazionale».

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