È morto cadendo dal terrazzo condomininale del palazzo dove lavorara come portiere. Stava facendo le pulizie quando, forse per un malore, è precipitato da unaltezza di trenta metri. Non cè stato nulla da fare per Angelo Galante, 51 anni, sposato e residente al Prenestino, custode del palazzo in via Nomentana 13, vicino Porta Pia.
Lennesima morte bianca nella capitale. Ma questa volta cè di più. La tragedia è resa ancora oltremodo inquietante dalla testimonianza di un commerciante della zona, che ha raccontato di come, prima che il cadavere fosse trasferito allIstituto di medicina legale per lautopsia, più di un passante abbia ignorato il corpo senza vita del portiere, qualcuno addirittura lo avrebbe scavalcato per proseguire il proprio cammino nellindifferenza più totale. Lagghiacciante resoconto è stato fatto da un gioielliere che ha il negozio proprio davanti al palazzo dove è avvenuto lincidente.
«Sono stato il primo ad intervenire - ha rivelato luomo, che ha fornito soltanto il suo nome, Paolo - ma la situazione era disperata, non ho potuto fare nulla. Ciò che mi ha sconvolto però è stato latteggiamento delle persone, molte non si sono fermate e addirittura cè stato chi ha scavalcato il corpo senza neanche guardare. La scena era terribile - ha proseguito - un lago di sangue, il cranio fracassato. Angelo stringeva nella mano destra ancora lo straccio con cui stava lavando il terrazzo. Il gioielliere conosceva bene la vittima, «una persona squisita, lavorava dalla mattina presto fino alle 18, dopodiché tornava dalla sua famiglia al Prenestino. Quella di stamattina è una tragedia, una immagine che non riuscirò a cancellare facilmente».
Per gli abitanti e i commercianti della zona di via Nomentana Angelo Galante, era una figura familiare e molto conosciuta. «Siamo tutti sotto shock - racconta Franco, titolare di un parrucchiere per uomo a pochi metri dal condominio dove Angelo prestava servizio -. Proprio ieri lho incontrato, sempre gentile e cordiale. Un gran lavoratore ma anche un grande appassionato di chitarra: la suonava benissimo ed era un grande esperto del repertorio italiano degli anni 60». Angelo, per chi lo conosceva, era prima di tutto un infaticabile lavoratore.
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