Roma - La spiegazione invocata dagli inglesi su quanto avvenuto mercoledì sera sugli spalti dell’Olimpico durante la partita di Champions League Roma-Manchester United, definito dai tabloid inglesi l’«orrore di Roma», è arrivata. Ed è lunga sette minuti. Tanto dura infatti il filmato mostrato ieri nel corso di un’affollata conferenza stampa dal prefetto di Roma Achille Serra e dal questore Marcello Fulvi. Scene riprese dalle telecamere puntate sullo spicchio di stadio tra i Distinti e la Curva Nord.
Il filmato ha inizio alle ore 21,29. La Roma ha appena segnato con Taddei il gol dell’1-0. Fino ad allora, almeno allo stadio, tutto è filato liscio. Nelle immagini si vedono cento o duecento tifosi inglesi probabilmente ubriachi scagliarsi contro la vetrata che li divide dai tifosi giallorossi. A quel punto i poliziotti, fino allora confinati vicino al boccaporto, intervengono, con una discesa delle scale che dura circa venti secondi. I minuti successivi sono un succedersi di attacchi dei tifosi, cariche di alleggerimento dei poliziotti («durante le quali qualche manganellata ci scappa», dice Serra) e momenti di tregua. Seguiamo l’azione minuto per minuto. Alle 21,31 gli agenti sono circondati. Alle 21,32 un tifoso inglese con il cappuccio guida la carica dei suoi. Per venti secondi i celerini sono bersaglio di seggiolini e oggetti vari. Alle 21,33 un funzionario cerca inutilmente di tranquillizzare gli agenti. Alle 21,34 si vede un tifoso con la testa sanguinante. È quello esibito dai tabloid inglesi come vittima numero uno della brutalità degli agenti italiani. Ma la ferita non sembra fermare la sua furia: è tra i più attivi nell’attacco alla polizia. Poi nuovi attacchi inglesi. Seguono diciotto secondi di alleggerimento degli agenti, che per non farsi imprigionare lavorano di manganello. Alle 21,35 il filmato termina. Anche gli incidenti, garantisce Serra. Bilancio finale, tra dentro e fuori lo stadio: 28 feriti, dei quali sette agenti e 21 tifosi, per lo più inglesi. I più gravi, accoltellati, con prognosi tra gli 8 e i 15 giorni. Quindici i seggiolini divelti, due le vetrate distrutte, come tre porte dei bagni e decine di orinatoi.
La tesi del prefetto e del questore è chiara: la polizia ha soltanto reagito alle violenze della frangia più aggressiva e ubriaca dei tifosi dello United. Anche se, chiarisce Serra, «in caso di manganellate fuori ordinanza prenderemo provvedimenti». E per avvalorare questa tesi il prefetto capitolino spulcia due elenchi. Quello dei disordini provocati nella capitale dai tifosi inglesi imbottiti di alcol la sera prima del match e nella giornata di mercoledì: in centro, a San Lorenzo, a Campo de’ Fiori un susseguirsi di interventi per risse, cori sguaiati, lanci di oggetti contro autobus, danneggiamento di vetrine. Il secondo piccolo dossier è il curriculum recente dei tifosi del Manchester United. Negli ultimi mesi gli hooligans dei Reds hanno creato problemi a Blackburn, Copenaghen, Glasgow e soprattutto Lille. In alcuni di questi casi gli inglesi hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta Uefa, ritenendosi aggrediti anziché aggressori. Pare una tattica ben precisa. «Gli inglesi montano il caso - accusa Serra - perché non vogliono prendere atto che in ogni tifoseria esiste una frangia violenta di sottosviluppati culturalmente». A questo punto Serra mostra due foto molto simili: una scattata all’Olimpico mercoledì, l’altra a Siviglia giovedì per Siviglia-Tottenham. Stesso clima di guerriglia, stesso lancio di seggiolini ai poliziotti da parte dei tifosi inglesi.
Ma è chiaro che qualcosa mercoledì non ha funzionato nel sistema di sicurezza. Lo ammette anche il questore Fulvi: «Avremmo dovuto scortare allo stadio 4700 tifosi inglesi, ne abbiamo accompagnato solo 2700. Gli altri duemila sono sfuggiti al nostro controllo». Elusa anche l’ordinanza che vietava in tutta la città e per tutto il giorno la vendita di alcol. «Ci aspettavamo più collaborazione dai commercianti», ammette Serra.
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