Il «grido di dolore» di un agente della Polizia locale di Milano, pubblicato nei giorni scorsi su Facebook.
«Ieri unitamente ad un collega giovane di età e di servizio, ma fortunatamente sveglio e con molta volontà (ne abbiamo sempre meno) durante un controllo stradale alle 10 del mattino diamo lalt ad una macchina che arrivava nella nebbia a tutta velocità.
Direte.. quindi? Cosa cè di strano? E mattina che cosa vuoi che succeda? Un semplice verbale cds come tanti e via
Siamo Vigili che pericolo corriamo? Bene, la riposta è nessun pericolo o problema, se non fosse che i tempi cambiano ed a bordo notiamo quattro brutti, anzi bruttissimi ceffi, che ci puntano e ci costringono a fare un passo indietro ed a mettere mano sullarma dordinanza pregando e sperando di poterlo raccontare anche perché siamo lì, abbandonati come cani su di una Statale trafficatissima senza sapere nulla di ciò che succede intorno a noi, senza banche dati, senza arma lunga, senza giubbetti antiproiettile e soprattutto con la convinzione inculcata e voluta dal Comando (sono quasi tutti così) che non siamo forze dellordine e che non compete a noi la prevenzione e la repressione dei reati.
Che fare quindi? Fortunatamente ci pensano loro i cattivi che ci dicono (e lo vediamo) di avere un ferito a bordo e di dover correre allospedale; che dire, vista la situazione va benissimo così e con rispettoso fare rispondo, andate pure, segnandomi il numero di targa.
Qualche secondo, almeno il tempo di veder sfrecciare via il bolide, non chiamo la mia centrale perché ne sapeva meno di me e perché era impegnata a fare altre pratiche amministrative, ma chiamo la centrale di una vera forza di polizia, almeno con i mezzi, pagata e riconosciuta come tale, dove mi viene detto che ricercavano una macchina di quel tipo con 4 persone a bordo, probabilmente di origine sinti che avevano appena fatto saltare una cassaforte in una bella villetta, veniva inoltre aggiunto che uno o più erano probabilmente feriti; ringrazio della cortese e preziosa informazione per conoscenza e grazia fornita e da vero
convinto o idiota (dipende da chi legge)
vado allospedale per fare quello per cui non sono pagato, il poliziotto.
Vi tralascio il dettaglio dei fatti avvenuti fra i reparti dellospedale per ricercare il ferito, fra i parcheggi esterni per cercare il veicolo sapientemente nascosto, la fatica nello scovare gli altri tre e soprattutto la guerra fra i vertici delle forze di Polizia, ovviamente con la mia testa in mezzo pronta a saltare, che cercavano di accaparrarsi larresto e naturalmente con il mio Comando che non sapeva e non voleva saperne nulla, anzi avrebbe preferito vedermi andare ovunque distante da lì.
Il tutto è terminato con quattro su quattro associati al carcere e brillante operazione compiuta; da notare che gli arrestati erano veri e propri delinquenti specializzati in furti e rapine in ville sia di giorno che di notte, reati commessi in più Province.
Il merito di tutto ciò ovviamente è finito alla forza di polizia mentre a noi è rimasta una bella lavata di testa dai superiori.
Che dire, penso al povero Niccolò, collega eroe di Milano e dico, questa volta sono stato molto molto fortunato»
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