da Roma
Romano Prodi è sempre più in sintonia con Tommaso Padoa-Schioppa. E, forse, sempre meno con Fassino e Rutelli. Il presidente del Consiglio, infatti, sposa in pieno la posizione del ministro dellEconomia, illustrata in Parlamento, che dice di non poter ridurre le tasse prima del 2009. Mentre sia il leader della Margherita sia quello dei Ds ipotizzano riduzioni già dal prossimo anno.
In unintervista telefonica con Radio24, Prodi non si sbilancia su quando e di quanto potranno essere ridotte le imposte. «Abbiamo bisogno di ridurre il debito, il futuro è incerto. Con calma e serenità cercherò di vedere dove trovare le risorse per la diminuzione delle tasse. Io non gioco alla demagogia e non faccio promesse. Ho un orizzonte di cinque anni». Come a dire che nellarco della legislatura il prelievo fiscale potrà scendere.
«Lidea di ridurre le imposte ce lho», assicura il premier. Ma la priorità per il governo è la riduzione del debito. Così, «appena il quadro si sarà stabilizzato, vedremo cosa si può dare alla riduzione delle imposte e cosa alla riduzione del debito». E ricorda: «So bene quanti punti ho perso prima delle elezioni. Berlusconi ha fatto promesse senza coperture, ma questo non è il mio modo di governare. Io devo fare il bene del Paese».
Questo governo si è trovato un maggior gettito fiscale che la Banca dItalia stima superiore ad un punto di Pil. E che lo stesso vice ministro allEconomia, Visco, rileva che è in parte determinato dallemersione della base imponibile alimentata dai condoni fiscali del precedente governo; nonchè al buon andamento della congiuntura economica che stimola il gettito Iva. Ne consegue che il gettito aggiuntivo ora utilizzato da Prodi per abbattere il deficit 2006 (nonostante gli appesantimenti determinati dalle spese una tantum: sentenza Ue sullIva sulle auto e costi dei finanziamenti Fs di Infrastrutture Spa), poteva coprire finanziariamente le promesse fatte in campagna elettorale dai diversi schieramenti sia nel 2006, sia nel 2007.
Quel maggior gettito infatti è in buona parte considerato «strutturale» dalla Banca dItalia; e come tale destinato a migliorare landamento del deficit sia questanno sia negli anni prossimi. E Prodi lo sa.
Tantè che nellintervista a Radio24, tornando a parlare di legge finanziaria, il presidente del Consiglio osserva: «Avevo promesso risanamento, sviluppo e qualche spicciolo in più in tasca. Tre obbiettivi raggiunti. Ora non abbasso la guardia: quando avremo stabilizzato gli introiti in più, potremo ridurre il debito e dare qualche soldo in più al contribuente».
E chiude lintervista con una battuta: «Nel mondo ci accusano di essere cicale. Se per qualche anno faccio la formica, lItalia me ne sarà grata».
Il problema è che quel «qualche spicciolo in più in tasca» promesso da Prodi con la riforma fiscale viene prelevato dalle addizionali locali.
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