È sorpreso per essere stato scelto come destinatario di un premio alla carriera in Paese dove la sua musica non è stata un granché rappresentata. Ma la gioia di dover andare alla Biennale Musica di Venezia a prendere il Leone doro non riesce proprio a nasconderla. «Mi sento come un vecchio veneziano che torna a casa. Sa, mezzo secolo fa ho vissuto laggiù, alla Giudecca (allisola dedicò persino il brano Souvenir); erano gli anni in cui studiavo con Nono. Di quel periodo quanti ricordi. Si andava in trattoria, da Antonella. Che serate!». Il tedesco Helmut Lachenmann, 74 anni, viene considerato una «figura chiave del pensiero musicale del nostro tempo». Per questo, su proposta del direttore del 52° Festival internazionale della musica contemporanea, Luca Francesconi, riceverà il massimo riconoscimento venerdì al teatro alla Tese.
Lachenmann ne parla con soddisfazione dal suo buen ritiro dalle parti di Verbania, in Piemonte. Vicino cè il lago che ispira («sto lavorando a una partitura per otto corni e orchestra», dice), una natura che fa riflettere («con lavanzare della cultura dellintrattenimento vedo in pericolo larte») e il tempo per poter immaginare la platea ideale: «Deve essere aperta, capace di affrontare unavventura dove accade linaspettato».
Musica non certo facile quella di Lachenmann che ha studiato anche con Stockhausen; quasi un viaggio ai limiti della percezione. Cè chi parla di paesaggi acustici, chi di concretezza strumentale, chi di un pensiero che ha portato alle estreme conseguenze lavanguardia strutturalista; altri ancora riferendosi a lui, lo definiscono «il Francis Bacon dei suoni». «A un certo punto è andato per la sua strada, allontanandosi dal maestro. Senza adottare quelle suggestioni sonore che a Nono piacevano tanto - spiega Anna Maria Morazzoni, storica della musica contemporanea -. Niente a che vedere con lamericano John Cage. Nelle sue partiture non cè nulla di aleatorio. Tutto è molto definito». Una delle sue ultime volte in Italia è stata a Milano, con le esecuzioni del Divertimento ensemble diretto da Sandro Gorli.
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