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Presa la banda degli albanesi: 60 rapine nel Nord, base Milano

Mettevano a segno furti in ville e appartamenti anche al ritmo di uno a sera, in tutto il Nord Ovest, partendo dalla base di San Colombano la Lambro. È per questo che l’operazione Black Soul dei carabinieri di Albenga, portata a termine con quelli di Lodi, è durata solo 25 giorni. Perché, come ha sottolineato ieri il capitano dei carabinieri di Albenga Sandro Colongo «la banda andava fermata il prima possibile: temevamo la tragedia. Se solo un derubato si fosse svegliato, con questa gente in casa pronta a tutto sarebbe potuta finire molto male». Undici gli arresti: in manette 10 albanesi e un polacco dai 19 ai 40 anni, sei su fermo dell’autorità giudiziaria e cinque per iniziativa dei carabinieri, tutti irregolari sul territorio italiano: abitavano tra Milanese, Lodigiano e Bassa pavese. Sessantuno gli episodi contestati da maggio all’altro ieri nel nord ovest, tra Pavese, Piacentino, Gardense e Liguria: mai vicino a casa loro, come da tecnica propria degli zingari. Sui 500mila euro la refurtiva totale, la metà della quale è stata recuperata. Per il capo della banda, Artian Kasemi, 30 anni, che era domiciliato a San Colombano al Lambro, niente «lavoro sporco». Lui, invece, pianificava i colpi e teneva i contatti da San Colombano al Lambro. Le riunioni strategiche si tenevano nel Lodigiano.
Il polacco, Lakatosz Lonia, 40 anni, che abitava a Novara e pluripregiudicato, era il ricettatore del gruppo. Agli ordini di Artian, invece, entravano in azione, a turni di due o tre, il fratello Eduart Kasemi, 20 anni, stanziato a Villanterio, Eskelzen Cala, 33 anni di Sant’Angelo Lodigiano, Hairi Cala, 19 anni di Sant’Angelo Lodigiano, Alfred Vataj, 23 anni di Sant’Angelo, Ilir Cala, 34 anni di Villanterio, Artian Hasani, 29 anni di Sant’Angelo, Vath Hasani, 31 anni di Sant’Angelo, Genti Vathi, 31 anni di Villanterio, Klodian Tuga, 25 anni di Borgio Verezzi. Tra le 2 e le 4 di notte era l’orario per entrare in azione. Penetravano in abitazione da finestre lasciate aperte, o arrampicandosi dai balconi. O praticando fori con il trapano agli infissi, come da tecniche tipiche dell’Est. E il 6 settembre scorso sono entrati in azione addirittura con due «batterie»: a Gavirate, nel Varesotto, ma anche a Gardone Riviera (il loro colpo più grande) dove hanno rimediato 40mila euro in contanti oltre a oro e una Bmw. Del resto, questo a loro interessava: contanti da spendere, preziosi da rivendere e auto lussuose e veloci sulle quali muoversi comodi e portare a termine altri furti. Per il resto si davano, a turno, a quella che per loro era la «bella vita»: night, relax e comodità. Di lavoro tradizionale nemmeno a parlarne. E hanno dimostrato di non avere limiti.

Era il 5 luglio scorso, infatti, quando i carabinieri di Lodi, in assetto da posto di blocco, incrociarono proprio Artian Kasemi, il capo. Era a bordo di Porsche, risultata poi rubata qualche giorno prima in provincia di Brescia. Ebbene: pur di non farsi fermare, l’albanese all’alt tirò dritto investendo il militare.

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