Presi i pirati di Vitinia, scaricati dai rom

LA TESTIMONIANZA «Chi era alla guida della vettura portava le treccine»

Pensava di cavarsela grazie alla sua collaborazione con la polizia. Invece per Angel Del Jesus De Los Santos, domenicano di 24 anni, non c’è stato scampo: è stato arrestato per omicidio colposo, omissione di soccorso e falsa testimonianza.
Mercoledì mattina era lui infatti alla guida della Fiat 600 che ha provocato la morte di Alessandro Frisoni, 23 anni, sulla via Ostiense all'altezza di Vitinia anche se agli agenti ha dichiarato di essere l’altro, il passeggero. Preso anche il complice nella fuga subito dopo il drammatico incidente José Eiel Serrano Yepez, venezuelano di 23 anni, in stato di fermo per gli stessi reati in concorso. I due sono stati arrestati dagli agenti all'alba di ieri in via Giolitti, a Roma. Il primo, intenzionato a costituirsi, mezz'ora prima aveva promesso ai poliziotti di aiutarli ad acciuffare l'omicida. "Ci vediamo tra un po' in quel bar - aveva detto fermandoli per strada - e vi faccio prendere il guidatore". Dopo la "soffiata" il fermo dei due e l'interrogatorio in commissariato. Di fronte ai carabinieri, però, Los Santos non può far altro che confessare.
Fondamentale il racconto dei testimoni oculari: "Al volante c'era un giovane scuro di carnagione con le treccine". Insomma, dopo uno scaricabarile fra i due stranieri, vengono chiarite le rispettive responsabilità. Le indagini dei militari di Ostia, del resto, da oltre 24 ore avevano identificato i pirati della strada. L'utilitaria, intestata a un ignaro 30enne di Aprilia, era stata venduta tre mesi fa da un rom di Ciampino mentre il contratto assicurativo era stipulato a un "prestanome", un bosniaco di 50 anni del "Casilino 900", irreperibile. Perquisizioni e interrogatori nei due campi nomadi convincono gli occupanti a far uscire allo scoperto il domenicano. "Non vogliamo guai - gli avrebbe detto il vecchio intestatario della 600 - presentati ai carabinieri o lo faremo noi".
Lo Santos, però, si crede furbo. Sa che le indagini sono nelle mani dei militari, quindi sceglie di andare alla polizia. Dalla questura parte l'informativa che avverte i colleghi dell'Arma e la sua versione viene smontata pezzo dopo pezzo. "Le indagini non sono concluse - spiega il colonnello Giuseppe La Gala -, stiamo lavorando sulla truffa che coinvolge ignare persone che si ritrovano proprietarie di auto gestite da altri". Da spiegare, per esempio, il criterio di scelta dei soggetti cui intestare le vetture, per lo più in mano a clandestini e delinquenti. Come Lo Santos e Serrano Yepez, senza fissa dimora, con decreti di espulsione alle spalle e precedenti penali (furto, rapina, ricettazione).
La cronaca dell'ennesimo incidente sulla laterale della statale killer, la SS 8 bis, via Ostiense, inizia alle 9,30 dell'8 luglio quando uno studente di Ostia in sella al suo scooter, un Suzuki Burgman 125, imbocca la strada per la capitale. Deve sostenere l'ultimo esame di laurea all'Università Roma Tre, Facoltà di Lettere, "Picici", come lo chiamano affettuosamente gli amici. Una Nissan Micra che proviene in senso opposto si ferma al centro della carreggiata aspettando che la moto la oltrepassi. Alla guida una donna che deve svoltare per via Sarsina. Dietro a lei la 600 con i due stranieri. In auto bottiglie di birra e spinelli. Il domenicano si accorge solo all'ultimo della macchina ferma: prova a sterzare ma la tampona. L'urto è violento tanto da scaraventare la Micra in avanti.

Il 23enne sfonda il parabrezza della 600 poi finisce a terra. Subito dopo i due stranieri se la danno a gambe levate lasciando sul posto l'auto. Inutile il tentativo di trasportare il motociclista al Sant'Eugenio. Alessandro è morto.

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