Presidi in guerra tra allievi vandali e genitori violenti

Il ministro Fioroni ha lasciato loro mano libera sulle sanzioni disciplinari. Sempre più severità, per arginare disordini e bullismo

da Milano

Chissà come se la sarebbe cavata il burbero Guccini in una scuola «vera». Con il suo vocione modenese ha incarnato il Preside con la «P» maiuscola nel film «Ti amo in tutte le lingue del mondo». Quello severo,quello tutto d’un pezzo. Che riporta l’ordine tra schiamazzi, indisciplina e la grande inciviltà che, di questi tempi, regna tra le aule scolastiche. Quello temuto, insomma.
Compito arduo. Basta scorrere le notizie di cronaca. Si ha a che fare con allievi che ti allagano il liceo e che trafficano con le più «diaboliche» tecnologie per filmare e diffondere le loro gesta goliardiche. Cellulari e YouTube, un vero incubo. Per non parlare di bullismo, spaccio di droga e atti di vandalismo. Non solo bravate: a volte il preside è costretto a denunciare gli studenti per reati veri e propri. O, almeno, a infliggere punizioni esemplari. Mano libera di intervenire, dunque. Proprio l’11 giugno il ministro all’Istruzione Beppe Fioroni ha firmato le modifiche alle sanzioni disciplinari dello Statuto degli studenti. Ora le istituzioni scolastiche avranno un'arma in più: oltre alla sospensione, potranno applicare specifici percorsi educativi, indirizzando gli studenti verso strutture sociali, del volontariato e del terzo settore.
«Chi di internet ferisce, di internet perisce», così deve aver ragionato il preside del liceo milanese Berchet che ha appena imposto a due ragazzi di pubblicare su YouTube un video «riparatore» a un filmato precedente, pieno di insulti e offese. È solo l’ultimo caso della guerra che vede in prima linea i dirigenti scolastici. A maggio, un preside torinese ha invocato un blitz dei carabinieri con cani antidroga. Così i pusher hanno dovuto abbandonare il «mercato» del liceo Copernico. Sempre all’ombra della Mole antonelliana, nel novembre 2006, un’intera classe dell’istituto Albe Steiner era stata sospesa per quindici giorni, dopo l’aggressione e gli sbeffeggiamenti a un ragazzo disabile.
E chi non si ricorda i «vandali» che nell’ottobre 2004 hanno allagato il liceo Parini di Milano? Sono stati condannati ad un anno di servizi sociali.
Al confronto, altri casi fanno sorridere. Come quello di una preside di Romano di Lombardia, nel Bergamasco, che qualche mese fa ha vietato l’ombelico in vista e i cosiddetti pinocchietti. E, per il «buon costume», visti male anche i baci a scuola.
Ma non solo solo gli allievi a turbare le notti dei presidi. Talvolta se la devono vedere anche con padri e madri inferociti.

A marzo il malcapitato dirigente di una scuola media di Bari è stato picchiato da alcuni genitori per aver vietato ai loro «pargoli» di portare il cellulare in classe. E proprio tre giorni fa il preside del liceo Cirillò di Aversa è stato malmenato dal padre di un alunno del quinto ginnasio dichiarato non idoneo.

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