Milano - A tradire Ruslan Smolyuk, 32 anni, sono stati i due nei sul viso, proprio sotto l’occhio destro, impossibili da nascondere anche mostrando un falso documento slovacco. Per lui le manette sono scattate mentre andava a ritirare un pacco, inviato dalla sua famiglia, contenente cibo. Da nove anni in Italia lavorava in nero come piastrellista e conviveva con una connazionale di 25 anni, inconsapevole della vera identità del compagno.
L'arresto Ricercato da nove anni in quasi 200 paesi, è stato riconosciuto e arrestato dai carabinieri mentre ritirava un pacco contenente cibo proveniente dall’Ucraina. I militari della Compagnia Duomo lo hanno riconosciuto lo scorso sabato nelle vicinanze della stazione Porta Garibaldi. "È finita la vacanza", ha commentato dopo essere finito in manette. L’uomo, infatti, era ricercato a Milano, su segnalazione delÌInterpol e della polizia ucraina, fin da prima dello scorso Natale. Pronto a godersi anche il ponte di Pasqua, è finito nel carcere di San Vittore prima ancora di iniziare a festeggiare. Il 32enne è ora in attesa dell’estradizione. In patria rischia una condanna fino all’ergastolo.
Ricercato Ruslan Smolyuk era ricercato per rapina e un tentato omicidio commesso in patria: nel primo pomeriggio del 26 febbraio 2001, l’allora 23enne si era presentato armato di fucile a canne mozze al settimo piano di uno stabile del centro di Odessa, in Ucraina, insieme a un complice coetaneo. I due avevano atteso l’apertura delle porte dell’ascensore per rapinare tre condomini di ritorno a casa. All’apertura delle porte i due malviventi avevano spinto le vittime all’interno dell’ascensore. Alla reazione di una delle tre vittime i due avevano aperto il fuoco ferendone gravemente una. Dopo un lungo periodo di coma la vittima si era miracolosamente salvata. I due rapinatori avevano fatto perdere le proprie tracce. Il 32enne si era rifugiato a Milano costruendosi un’identità fittizia dopo essersi trasferito nel quartiere Olmi, tra Muggiano e Bisceglie. L’uomo abitava in un appartamento insieme a una coppia di connazionali e alla fidanzata ucraina di 25 anni conosciuta a Milano. La giovane, però, ha raccontato ai carabinieri di essere completamente all’oscuro dei trascorsi criminali del fidanzato, tanto da averlo conosciuto con le false generalità slovacche. Il 32enne lavorava come piastrellista in nero per una ditta edile di Milano, dove non si era mai più reso protagonista di alcun crimine.
L'appostamento Più volte fermato per controlli dalle forze dell’ordine, l’ucraino aveva esibito i documenti slovacchi senza dare nell’occhio. Sabato scorso, all’ennesima richiesta di mostrare i documenti, aveva di nuovo esibito le false generalità senza timori. I due nei sotto l’occhio destro, però, non hanno lasciato dubbi ai carabinieri, appostati da ore alla stazione di Porta Garibaldi. Su indicazione degli organi collaterali, infatti, i militari della Compagnia Duomo si sono messi in attesa del pulmino proveniente dall’Ucraina nella speranza che la fidanzata, come avveniva con cadenza mensile, ritirasse il pacco indirizzato al 32enne per poi trasportarlo nel rifugio del ricercato. All’arrivo del furgone, però, la giovane non si è presentata. Il lungo appostamento è stato premiato quando gli investigatori hanno visto comparire dalle retrovie il latitante in persona.
L’uomo è stato immediatamente bloccato. Messo alle strette, ha confessato la sua reale identità e si è consegnato senza opporre resistenza. Il complice è ancora ricercato, ma non risulta fuggito in territorio italiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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