Preso l'uomo del cric Tradito dalle telecamere e dai baffi appena tagliati

Fermato un disoccupato accusato di aver aggredito due ventenni dopo un sorpasso. Migliorano i ragazzi feriti

Preso l'uomo del cric 
Tradito dalle telecamere 
e dai baffi appena tagliati

Ieri mattina aveva richiesto una carta d’identità nuova al suo comune di residenza, Cameri, provincia di Novara, 40 chilometri da Milano. Poi si era tagliato i baffi. «Abbiamo ravvisato il pericolo di fuga, denunciarlo semplicemente a piede libero sarebbe stato un azzardo, soprattutto per uno come lui, accusato di tentato omicidio. Così ora è stato fermato» sottolinea il dirigente della squadra mobile Alessandro Giuliano. Sono stati i suoi uomini, sezione reati contro la persona, che ieri pomeriggio hanno bussato alla porta di casa di G.G., 55 anni, disoccupato, qualche vecchio precedente per possesso di banconote false e resistenza a pubblico ufficiale.

Sarebbe lui l’uomo che, nella notte tra sabato e domenica, dopo una lite per motivi di viabilità avvenuta in viale Renato Serra, ha colpito con una sbarra di ferro, forse un cric (ma non si saprà con certezza fino a quando e se l’oggetto in questione non verrà ritrovato) due ragazzi milanesi di 19 e 20 anni, spedendoli in ospedale in gravi condizioni. Per poi fuggire, facendo perdere le proprie tracce.

La polizia da lunedì all’alba aveva raccolto delle testimonianze, alcune un po’ confuse, altre meno. In particolare i racconti dei due poveri ragazzi pestati, i più attendibili, comprensibilmente non brillavano per lucidità. Elementi costanti, sempre gli stessi: un uomo con i baffi, sui 50 anni, un’auto, forse una Matiz, comunque un modello molto simile e sicuramente di colore grigio. La targa? Buio assoluto. E, viste le circostanze - i due ragazzi colpiti selvaggiamente con un oggetto di ferro, feriti e doloranti (uno ha avuto una commozione cerebrale molto seria ed è stato operato d’urgenza) - mica si poteva pretendere diversamente. Per fortuna, però, a immortalare la targa ci hanno pensato i sistemi di videosorveglianza. Mentre un modello compatibile alla fantomatica Matiz - una Hyundai Atos - è stato ripreso dalle immagini di qualche telecamera all’ora del fatto nelle vicinanze di viale Serra, la targa è rimasta fissata nei fotogrammi di un altro sistema di videosorveglianza in viale Certosa. Dove la Hyundai passa appunto pochi minuti dopo.
I successivi accertamenti della Mobile sul veicolo rivelano che è intestato a una donna novarese, residente a Cameri. Quando i poliziotti le fanno visita è lui, G.G., che va ad aprire la porta. L’auto, la Hyundai, è in garage. E ha ancora la carrozzeria segnata e sporca di sangue.
Senza fiatare l’uomo segue gli investigatori negli uffici della questura di Milano dove viene prima semplicemente indagato per duplice tentato omicidio, quindi fermato.

Ieri notte è stato interrogato dal pm di turno, Maria Vulpio. Ma c’è qualcuno che lo ha già inchiodato: uno dei ragazzi picchiati quella notte. Che, guardando la sua foto dopo l’identificazione, senza esitare ha detto: «È lui».

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