La Naspi adesso è anche per i lavoratori che si licenziano: ecco come richiederla

Per avere il diritto all'assegno è necessario aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione dall’ultima cessazione del rapporto di lavoro

La Naspi adesso è anche per i lavoratori che si licenziano: ecco come richiederla
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Una svolta per i lavoratori: dal 1° gennaio 2025, la Naspi sarà concessa anche a chi si dimette volontariamente da un impiego a tempo indeterminato. La condizione per accedere all’indennità è aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione dall’ultima cessazione del rapporto di lavoro. La novità è stata introdotta attraverso un emendamento presentato dai relatori nella serata di ieri, 15 dicembre 2024. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

La misura

Come anticipato, dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore un'importante novità riguardante la Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione destinata ai lavoratori subordinati che perdono il lavoro. Grazie a un emendamento alla legge di bilancio presentato dai relatori, l'accesso alla Naspi sarà esteso anche ai lavoratori che si dimettono volontariamente da un contratto a tempo indeterminato, ampliando così le tutele per una categoria finora esclusa. Il criterio per cui il lavoratore dovrà aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione è stato introdotto per garantire che l’indennità sia destinata a chi ha effettivamente contribuito al sistema previdenziale in modo continuativo.

La Naspi

La Naspi, istituita originariamente il 1° maggio 2015, rappresenta un sostegno economico per chi si trova in stato di disoccupazione involontaria. L'importo dell'indennità viene calcolato sulla base dei contributi maturati negli ultimi quattro anni lavorativi e viene erogato per un periodo di tempo pari alla metà delle settimane contributive accumulate. Per esempio, un lavoratore con due anni di contributi potrà ricevere l’indennità per un massimo di un anno.

Requisiti attuali

La Naspi è attualmente accessibile rispettando alcuni requisiti specifici. È necessario trovarsi in uno stato di disoccupazione involontaria e aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione. Inoltre, chi si trova in questa condizione deve dichiarare la propria immediata disponibilità al lavoro, presentando un’apposita istanza tramite il sistema informativo unitario delle politiche del lavoro. L’erogazione della Naspi inizia dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro e viene corrisposta mensilmente per un periodo pari alla metà delle settimane contributive accumulate negli ultimi quattro anni. L’importo della Naspi viene calcolato in base alla retribuzione media mensile: per i primi quattro mesi è pari al 75% di quest’ultima, fino a un massimo di 1.335,40 euro al mese; successivamente, a partire dal quinto mese, l'importo si riduce e viene determinato sommando il 75% di 1.335,40 euro al 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e tale soglia.

La perdita del diritto alla misura

Un aspetto normativo che riguarda la Naspi riguarda la perdita del diritto all’indennità di disoccupazione per il lavoratore che si assenti dal lavoro senza giustificato motivo per un numero eccessivo di giorni.

La legge stabilisce un limite di 15 giorni di assenza ingiustificata, ma questa disposizione può essere derogata qualora il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) non preveda un termine specifico, che di solito è di circa 3 giorni o poco più. Superato tale periodo, scattano le dimissioni per fatti concludenti (o dimissioni tacite), contro le quali non è possibile fare ricorso al giudice del lavoro.

Commenti
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Avatar di buonaparte buonaparte
17 Dic 2024 - 10:12
299- quando si andava in pensione a 56 anni la vita media era 72 anni- ora siamo ad oltre 84 anni - qui ce una bacheca dei morti -101, 96,88,91 ecc.. oggi si lavora facendo 1/3di fatica rispetto a 50 anni fa- uno che versa 40 anni di contributi versa soldi per 16 anni di pensione-chi ti deve pagare tutti gli altri anni?
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Avatar di ondalunga ondalunga
16 Dic 2024 - 12:44
Stiamo scherzando ??? Uno ogni tanto si licenzia per passare un paio d' anni sabbatici alle spese dello Stato...dai forza altri bonus e prebende a pioggia tanto il "malus" lo pagano tutti gli altri che non possono sfruttare ste scemenze (che costano caro anche se scemenze).
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Avatar di Marzemino Marzemino
16 Dic 2024 - 18:23
@ondalunga no se ti licenzi tu non prendi la Naspi e questa cosa rimane come prima. Non cambia niente. Con il nuovo emendamento però se ti licenzi per cambiare lavoro e ti lasciano a casa nel periodo di prova, oltre a rimanere disoccupato non ti prendi più la Naspi perché non hai 13 mesi di contributi nel nuovo lavoro.
Avatar di Marzemino Marzemino
16 Dic 2024 - 18:36
@Marzemino 13 settimane non 13 mesi
Avatar di erica65 erica65
16 Dic 2024 - 16:30
Hanno tolto l'rdc, ripristinato con un altro nome. In itaglia è sempre più conveniente lavorare poco o non lavorare del tutto.
Avatar di Riko Riko
16 Dic 2024 - 17:58
@erica65 il vento è cambiato!! si come no.
Avatar di Marzemino Marzemino
16 Dic 2024 - 17:25
L’emendamento prevede che un lavoratore che abbia dato dimissioni volontarie da un lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti avrà diritto alla Naspi in caso di licenziamento da un nuovo impiego solo se ha almeno 13 settimane di contribuzione dal nuovo impiego. Prima il limite delle 13 settimane non c'era.
Avatar di Riko Riko
16 Dic 2024 - 17:58
ottimo! prevedo integerrimi lavoratori saltare tra un mantenimento statale e due anni di lavoro (fatto male) fino al nuovo licenziamento. meno male che questi sono quelli veterani della politica che sanno quel che fanno.
Avatar di buonaparte buonaparte
16 Dic 2024 - 18:18
il peggio è che uno che ha 63 anni e 5 mesi potrà licenziarsi ed andare in pensione con l'APE SOCIAL- UNA FOLLIA
Avatar di 299 299
16 Dic 2024 - 19:55
@buonaparte Follia... Follia è andare in pensione a 63 anni. Quando cominciai a lavorare io la pensione la davano a 56 anni, in corso d'opera l'han portata a 67 anni, dov'è la follia...Me lo dica Lei.
Avatar di buonaparte buonaparte
17 Dic 2024 - 10:12
299- quando si andava in pensione a 56 anni la vita media era 72 anni- ora siamo ad oltre 84 anni - qui ce una bacheca dei morti -101, 96,88,91 ecc.. oggi si lavora facendo 1/3di fatica rispetto a 50 anni fa- uno che versa 40 anni di contributi versa soldi per 16 anni di pensione-chi ti deve pagare tutti gli altri anni?
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