Previdenza e pensioni

Irpef 2024, 3 aliquote e taglio alle detrazioni. Chi ci guadagna

I redditi sopra i 50mila euro subiscono un taglio delle detrazioni di 260 euro

Irpef 2024, 3 aliquote e taglio alle detrazioni. Chi ci guadagna

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Sono state pubblicate le istruzioni operative dedicate alla prima parte della riforma fiscale che si applica dal 2024. Con l'anno nuovo abbiamo salutato la vecchia aliquota del 25% che veniva applicata nei confronti dei redditi compresi tra i 15 e i 28mila euro. I redditi di 50mila euro subiscono un taglio delle detrazioni di 260 euro. Ecco tutti gli aggiornamenti.

Le novità

Le istruzioni operative sulla prima parte della riforma fiscale prevedono alcune misure. La prima parte riguarda la riduzione delle aliquote da quattro a tre del 23%, 35% e 43% in base agli scaglioni. In merito al terzo range l’esecutivo potrebbe inserire un taglio all’aliquota dei cittadini con reddito maggiore. Le istruzioni per adeguarsi alle disposizioni del decreto legislativo del 30 dicembre 2023 (n. 216) sono dettagliate nella circolare 2/E del 6 febbraio 2024. Tra le novità di quest'anno spiccano l'aumento di 75 euro per la detrazione da lavoro dipendente, la riduzione delle detrazioni per alcuni oneri nei redditi oltre i 50mila euro e l'abolizione dell'agevolazione per la capitalizzazione delle imprese (Ace). L'attuazione di tali cambiamenti solleva la questione di come il governo gestirà una riforma fiscale, considerando le limitate risorse a disposizione.

Chi gode dei vantaggi

Il recente documento chiarisce la riduzione delle aliquote. Nel periodo d'imposta 2024, temporaneamente, in quanto le risorse potrebbero ancora variare, si passa da quattro a tre scaglioni di reddito con le relative aliquote: 23% per redditi fino a 28mila euro, 35% per redditi oltre i 28mila euro e fino a 50mila euro, e 43% per redditi superiori a 50mila euro. Quest'anno chi guadagnerà circa 30mila euro annui trarrà i maggiori benefici. Questo è dovuto alla combinazione della riduzione del cuneo fiscale con la nuova aliquota Irpef, che diminuisce dal 25% al 23% per il secondo scaglione di reddito. La conseguenza è un miglioramento del salario mensile (calcolato su dodici mensilità) che varia da circa 67 euro per redditi di 15mila euro a circa 120 euro per redditi di 35mila euro, diminuendo poi a circa 22 euro al mese per redditi oltre i 35mila euro che non beneficiano del taglio del cuneo fiscale.

Chi sono i principali beneficiari

In sintesi coloro che guadagnano poco meno di 29mila euro lordi all'anno (circa 2.200 euro lordi al mese) sono i principali beneficiari della misura, ottenendo un aumento massimo in busta paga di circa 110 euro netti al mese, pari a circa 1.430 euro all'anno. Questa cifra si riduce a circa 1.346 euro complessivi (poco più di 103 euro netti al mese per 13 mensilità) per chi raggiunge i 30mila euro lordi all'anno. I redditi da lavoro dipendente tra i 40mila e i 50mila euro vedranno un aumento di soli 260 euro totali, ovvero 20 euro al mese. Per i redditi inferiori ai 15mila euro questi potranno usufruire della no tax area (taglio di 75 euro all'anno), mentre per quelli superiori ai 50mila euro, il beneficio è compensato da un taglio equivalente alle detrazioni fiscali, applicato solo a chi le utilizza.

L’esecutivo

Il governo Meloni ora punta ai redditi medio-alti, ai quali finora non ha concesso benefici. Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha dichiarato recentemente al Forum nazionale dei commercialisti ed esperti contabili che “per gli anni prossimi sicuramente il nostro impegno sarà di riconfermare la riduzione delle aliquote, tenendo conto anche che il meccanismo attuale a tre aliquote penalizza le classi medie: quindi vogliamo abbassare la tassazione anche per loro”. I contribuenti in questione sono coloro che incassano più di 50mila euro ogni anno e per loro l’esecutivo potrebbe ridurre le tasse a partire dal 2025.

Questo sarà possibile snellendo la terza aliquota.

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