«Il prezzo al barile sarà ancora molto volatile»

da Milano

Il prezzo del petrolio è tornato ai livelli di cinque mesi fa. Dal picco di 147,5 dollari dell’11 luglio scorso la discesa è quasi del 30%. Secondo gli analisti, sono due i fenomeni che hanno contribuito a contenere le quotazioni: una diminuzione della speculazione e il rallentamento della domanda (a sua volta effetto del rallentamento economico). Le aziende energetiche e petrolifere negli ultimi due anni hanno fatto il pieno di utili, con risultati record negli ultimi sei mesi. Ovvio che se il prezzo del greggio cala succede il contrario, ed è per questo che ieri il settore energia ha patito di più in Borsa.
Il gruppo Erg nel primo semestre di quest’anno ha realizzato 6,2 miliardi di ricavi, 1,3 miliardi in più del semestre precedente, con un risultato operativo di 207 miliardi, in crescita del 70%. Secondo Alessandro Garrone, amministratore delegato del gruppo, in questo momento individuare una chiara tendenza delle quotazioni è difficile: «Si sta verificando un allentamento dei prezzi», dice al Giornale «ma più che altro continueranno a esserci alti e bassi». A frenare la domanda globale di prodotti petroliferi, secondo l’imprenditore, non è solo la recessione, ma anche la maggiore ricerca di un’efficienza energetica da parte delle economie industriali.
Ma qual è il prezzo al barile che la Erg ritiene plausibile nei prossimi mesi? «Nel medio periodo - dice Garrone - lo stimiamo tra i 100 e i 120 euro. È su questo livello che attualmente facciamo i nostri piani».


Con questi parametri, alla Erg si attendono un ottimo andamento dei conti anche nel secondo semestre dell’anno. Per quanto riguarda invece lo scenario macroeconomico, secondo l’amministratore delegato della Erg, per la ripresa bisognerà ancora aspettare: «credo che si comincerà a vedere un po’ di crescita nel corso del 2009».

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