Il primo impianto acceso nel 1925: era in Duomo e funzionava a mano

A ottobre entra in servizio un «cervellone» per governare il traffico in tempo reale

È datato 1925 il primo semaforo di Milano: era comandato a mano e venne posizionato in piazza Duomo allo sbocco di via Orefici. La diffusione degli apparecchi automatici si affermò a partire dal 1935 con semafori collocati in posizione centrale rispetto all’incrocio. Erano installati su palo o sospesi mediante cavo ma col passare degli anni la posizione su palina finì per diventare un pericolo; mentre quella sospesa si rivelò di difficile lettura. Gli impianti vennero spostati a destra della carreggiata e, nel caso dei viali a più corsie, appesi a pannelli su supporti laterali che si estendevano «a sbalzo» verso la strada. I primi semafori funzionavano a ciclo rigido (scatti ogni 30 o 60 secondi) per consentire di percorrere l’incrocio a 25 chilometri l’ora. L’inconveniente era costituito dagli eccessivi rallentamenti dovuti alle variazioni del traffico. Il problema fu risolto introducendo il sistema «attuato» con durata non più prefissata ma determinata di volta in volta da rilevatori elettromagnetici annegati nella carreggiata (sistema ancora in uso) che decidono la durata delle tre luci in base al flusso veicolare. Ma le tecnologie avanzano. Un inedito sistema intelligente suddividerà entro breve Milano in aree omogenee.

In ogni area i semafori saranno governati da un computer a sua volta «supervisionato» dal cervellone centrale in grado di prevedere le condizioni del traffico con aggiornamenti in tempo reale. Per l’entrata in vigore del nuovo sistema il sindaco Moratti, ha già una data: il prossimo 15 ottobre.

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