Primo via libera Ue alla fusione Suez-Gdf

L’ad Eni, Scaroni, dice no alla fusione con Enel e alla cessione del gas

Paolo Giovanelli

da Milano

Parigi ha segnato un punto a suo favore della fusione Suez-Gaz de France, mentre l’ipotesi di una fusione italiana tra Eni ed Enel ha trovato ieri un Paolo Scaroni, ad del gruppo petrolifero, particolarmente scettico.
La vicenda Suez-Gdf. La Commissione europea ha dato un primo via libera a Parigi per Suez-Gaz de France. Secondo il commissario Ue agli Affari interni, Charlie McCreevy, il governo francese non ha infatti violato le regole di mercato promuovendo la fusione. Il plateale sostegno dato dal premier francese Dominique de Villepin aveva sollevato le ire dell’Enel e lo stesso ad Fulvio Conti aveva esposto le sue tesi a Bruxelles. Da parte sua proprio l’esecutivo europeo aveva chiesto a Parigi informazioni sul ruolo del governo a sostegno dell’accordo che metteva fuori gioco l’eventuale Opa dell’Enel. E, anzi, aveva dovuto chiederle due volte, visto che le risposte alla prima lettera erano state giudicate insufficienti. Ma ieri è arrivata la «promozione» di McCreevy: «Mi sembra che abbiamo avuto una risposta soddisfacente dal governo francese. A questo punto sembra che per noi sia davvero sufficiente - ha detto un suo portavoce - abbiamo un quadro chiaro e non c'è violazione della legge europea. Non escludo che potremo ritornare sulla vicenda o su casi simili nel futuro». Il prossimo passo toccherà alla commissaria europea alla Concorrenza, Neelie Kroes, che entro il 19 giugno dovrebbe dare la sua valutazione sul rispetto delle regole antitrust da parte di Parigi.
L’operazione Suez-Gdf continuerebbe tuttavia a navigare in acque difficili perchè, segnalava ieri il Wall Street Journal, non ci sarebbe solo il problema dei concambi, ma anche quello della governance. Suez punta ad avere il bastone del comando, che dovrebbe essere dato a Gerard Mestrallet, Gdf preferirebbe una divisione paritaria dei poteri. Ma che le Borse ormai credano poco sia in un’Opa Enel, sia in una fusione Suez-Gdf (per l’approvazione basterebbe il 66% dei voti dell’assemblea Suez) lo si vede dall’andamento dei titoli, ben lontani dai massimi di due mesi fa. Anche ieri Suez ha perso lo 0,56%.
Sul fronte Enel va segnalato che il gruppo ha presentato a fine aprile un’offerta vincolante per l’acquisto del 90% della slovacca Ppc, che possiede una centrale da 220 megawatt. Il restante 10% è in mano a Se, la società di cui l’Enel ha acquisito il 66%.
L’ipotesi Eni-Enel. Paolo Scaroni ha liquidato come «non percorribile» la fusione tra petrolio ed elettricità: «Non l’ho mai presa in considerazione» ha affermato.

Nè gli piace l’idea di cedere asset nel gas ad Enel, anche se gli ambienti politici continuano a caldeggiarla. Aggregazioni simili, ha sostenuto, non creano valore per gli azionisti. Meglio invece cercare alleanze in Europa.

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