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Il Prix Italia ha premiato (anche) le radio migliori del mondo

Il bello del Prix Italia è che ha il mirino sulla qualità

Il Prix Italia ha premiato (anche) le radio migliori del mondo

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Il bello del Prix Italia è che ha il mirino sulla qualità. Lo dimostra anche nella sezione Radio & Podcast che questa volta ha premiato produzioni tutte curiose, tutte di altissimo livello e, soprattutto, tutte straniere, a conferma di una rara indipendenza di giudizio. Non a caso il Prix Italia - rassegna internazionale che da 75 anni premia il meglio di radio, tv e web da tutto il mondo - anche questa volta a Bari nell'edizione appena conclusa ha individuato nuove tendenze e certificato prodotti di grande qualità. Lo confermano i tre vincenti di Radio & Podcast. Nella categoria dedicata alla musica ha vinto Fairlight CMI: il suono che non avete mai sentito, firmato dalla Abc australiana e dedicato alla storia di un sintetizzatore che a inizio anni '80 ha cambiato il suono della musica. Lo usarono quasi tutti, da Brian Eno a Stevie Wonder (foto), da Elvis Costello fino ai Tears for Fears e persino a Lucio Battisti, uno degli artisti italiani più attenti ai nuovi suoni. Se il pop è come lo conosciamo oggi, senza dubbio una buona parte di merito è di questo primo sistema di workstation audio digitale. Nella categoria «Drama» ha vinto invece Campo della tedesca Ard che ha raccontato delle donne messicane che cercano sottoterra e nei tunnel ai confini con gli Stati Uniti i loro cari scomparsi per mano dei narcos. Una storia dolorosa di cui pochissimi parlano. Infine il miglior «Documentary» è stato quello di Radio France intitolato Dentro Kabul, nove puntate sulle vite parallele di due giovani afghane. La musica. L'attualità. Il reportage. Sono tre linee guida della radio che conferma di essere costantemente connessa ai propri ascoltatori e alle vicende che li appassionano, incuriosiscono, addolorano.

E sempre a un livello molto, molto alto.

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