Processare Karadzic e Mladic unica via di salvezza per il Tpi

Con sei pezzi grossi ancora latitanti il tribunale per l’ex Jugoslavia rischia la fine

da L’Aia

La morte di Milosevic assesta un colpo micidiale, anche se non mortale, al Tpi, il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia. Slobo ne era l’imputato principale e il castello sul quale sono spesso costruiti gli atti di accusa di diversi altri procedimenti, perde alcuni dei suoi pilastri. A questo punto, probabilmente, solo la cattura e il processo dei leader serbi di Bosnia Radovan Karadzic e Ratko Mladic, entrambi accusati, come l’ex presidente jugoslavo, di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità, potrebbe salvare almeno in parte il bilancio di questa Corte creata nel 1993 e presieduta per i primi quattro anni da un italiano, Antonio Cassese. Parallelamente alla polemica concernente la scelta dei giudici di non concedere a Milosevic la possibilità di curarsi fuori dal carcere, è ora destinata a montare quella sulla via scelta per il procedimento. L’imputato, facendo scuola, come dimostra l’attitudine di Saddam Hussein, ha ripetutamente contestato la legittimità del procedimento, ha cercato di coinvolgere personaggi eccellenti, tra i quali Clinton, Blair e Chirac, ha rifiutato difensori imponendosi come avvocato di se stesso, ha imposto soste e rinvii, con la scusa delle precarie condizioni di salute. Lo stesso Cassese manifestò la preoccupazione che il Tpi fosse trasformato in una tribuna politica, criticò la scelta di alcuni testimoni, l’assenza di altri imputati eccellenti e il modo in cui Milosevic era stato consegnato all’Aia. Oggi Cassese insiste sul fatto che «forse il Tpi ha fatto male ad accorpare i tre filoni del procedimento contro Milosevic (Kosovo, Bosnia Erzegovina e Croazia), costruendo così un megaprocesso. Se si fosse cominciato solo con il Kosovo, il processo avrebbe potuto essere breve e compatto». Per rivalutare il tribunale l’ex presidente avverte che «occorre snellire la procedura, rendendo i giudizi più spediti ed evitando i megaprocessi». Dopo quattro anni il giudizio si chiude per la morte del suo imputato. Il Tpi si avvia a completare il 13° anno di vita e deve finire i processi di primo grado entro il 2008 e quelli d’appello due anni dopo, quando dovrà chiudere i battenti. Ha già giudicato oltre cento accusati, inflitto anche pene pesanti, ma perde il suo imputato eccellente.

Lo statunitense Theodor Meron, presidente del Tpi fino al novembre scorso, quando ha passato la mano all’italiano Fausto Pocar, ha assicurato che prima di essere smantellato il tribunale giudicherà Karadzic, Mladic e Ante Gotovina, anche se i primi due sono ancora alla macchia come altri gli quattro grandi latitanti Vlastimir Djordjevic, Goran Hadzic, Zdravko Tolmir e Stojah Zupljanin. Gotovina resta ora il solo ospite illustre delle carceri di Scheveningen.

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