Processo agli ultrà violenti: chiesti 600mila euro di danni

I risarcimenti pretesi da Milan e Lega Serie A. Per Rosiello Lucci jr e Bonissi il pm vuole fino a 7 anni di carcere

Processo agli ultrà violenti: chiesti 600mila euro di danni
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Oltre 600mila euro di danni: è la richiesta avanzata ieri in udienza, complessivamente, da Milan e Lega Serie A nel processo a carico di tre ultrà milanisti imputati in una delle tranche della maxi inchiesta della Procura sulle infiltrazioni criminali nelle Curve di San Siro. Sempre ieri sono arrivate pure le richieste di condanna del pm Paolo Storari per Francesco Lucci, Christian Rosiello e Riccardo Bonissi. Chieste pene fino a quasi sette anni di carcere.

Il processo si sta svolgendo con il rito abbreviato. Nel dettaglio: il club rossonero, rappresentato dall'avvocato Enrico De Castiglione, ha chiesto un risarcimento di 458mila euro, mentre la Lega del massimo campionato, con il legale Salvatore Pino, ulteriori 200mila euro. Entrambi si sono costituiti parte civile davanti alla Sesta sezione penale che dovrà stabilire eventuali danni patrimoniali e di immagine subiti. Il pm Storari invece ha chiesto la condanna più pesante, sei anni e dieci mesi di reclusione, per Francesco Lucci, fratello minore dell'ex capo ultrà milanista Luca. Per Rosiello, ex bodyguard di Fedez, e per Bonissi, la richiesta è di quattro anni e dieci mesi di reclusione. La sentenza è attesa per il prossimo 17 giugno, mentre il 5 giugno prenderà la parola l'avvocato Jacopo Cappetta che difende gli ultrà.

I tre imputati avevano inizialmente scelto il rito ordinario, a differenza degli altri indagati tra cui i vertici delle Curve, come Marco Ferdico e Andrea Beretta per la Nord interista e Luca Lucci per la Sud milanista (che vengono giudicati in un altro processo). Dopo l'aggravamento delle accuse avanzato in udienza dalla Procura il difensore ha potuto nuovamente chiedere il rito alternativo che è stato concesso dal giudice Ilaria Simi. Lucci jr, Rosiello e Bonissi sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a una serie di episodi di estorsioni e di «aggressioni».

Tra le altre, quella dell'aprile dell'anno scorso ai danni del personal trainer dei vip Cristiano Iovino. L'episodio, per il quale l'inchiesta per rissa a carico di Fedez è stata archiviata nelle scorse settimane, è stato raccontato in aula da un ispettore della Squadra mobile sentito come testimone. Sono stati anche mostrati i filmati, con la lite iniziale che scoppia nella discoteca The Club di corso Garibaldi e che prosegue poi con un agguato in via Traiano, sotto la casa milanese di Iovino, quando un gruppetto di persone scende da un van scuro per la spedizione punitiva. La vittima non ha mai sporto querela per questi fatti per cui avrebbe raggiunto un accordo economico con i presunti responsabili.

Nelle scorse udienze sono state proiettate davanti al giudice anche le immagini di un altro pestaggio che sarebbe stato messo in atto il 12 maggio 2024 in un ristorante di via Capecelatro.

Questa volta è stato preso di mira un 25enne anche lui tifoso. Proprio quest'ultimo episodio viene contestato a Lucci nelle nuove accuse, così come il ruolo di promotore della associazione per delinquere insieme alla aggravante dell'utilizzo delle armi.

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