Il bollettino della sconfitta è un foglio apparentemente insignificante, uno dei tanti moduli prodotti ogni giorno dalla burocrazia italiana. Eppure è con queste poche righe prestampate che la Procura della Repubblica di Milano prende atto di una realtà che ormai è sotto gli occhi di tutti: la sua incapacità di dare risposta alla richiesta di giustizia che viene dai milanesi. Denunce e querele presentate ormai da quasi un anno giacciono abbandonate in un ufficio al pianterreno senza che nessuno si sia mai occupato di indagare. Anzi, nessuno ha mai compiuto nemmeno l'atto più elementare, quello che dà il via alla azione della magistratura: liscrizione della denuncia nel registro delle notizie di reato, il gesto che trasforma la denuncia di un cittadino in un procedimento penale.
Quel gesto dovrebbe essere automatico e immediato. Invece il modulo intestato «Procura della Repubblica» dice che non è sufficiente presentare una denuncia perché ad essa venga dato il seguito previsto dalla legge. Il cittadino che - magari mesi fa, a volte un anno fa - ha sporto la sua denuncia senza che accadesse nulla, deve tornare in tribunale. E chiedere all«Illustrissimo Procuratore della Repubblica» che la sua denuncia venga finalmente iscritta nel registro.
Ma non basta. Il cittadino deve anche specificare - in una e riga e mezzo di spazio - i motivi che lo spingono a chiedere che la giustizia faccia quello che è obbligata a fare. Il modulo, insomma, teorizza una sorta di doppio binario: da una parte le denunce che si possono considerare carta da macero, dallaltra quelle di cui il cittadino ha davvero diritto (dopo averne specificato i motivi, come si trattasse di una sua pretesa) che la giustizia prima o poi si occupi.
Il modulo non fa riferimento - come invece accade di solito - ad alcun articolo del codice di procedura penale. E non potrebbe essere diversamente, per il semplice motivo che il codice stabilisce in tuttaltro modo come dovrebbe funzionare la faccenda. Allarticolo 335 («Registro delle notizie di reato») si legge che «il pubblico ministero iscrive immediatamente nellapposito registro custodito presso lufficio ogni notizia di reato che gli perviene». La legge non prevede altre strade, domande, tempi, moduli, spiegazioni. «Immediatamente», dice.
Come e perché si sia arrivati a questa situazione non è facile da capire. Il sindacato punta da sempre lindice contro le carenze di personale che di fatto renderebbero impossibile lo smaltimento del massiccio carico di lavoro dellufficio notizie di reato, dove sono presenti solo trenta impiegati invece dei novantasei che dovrebbero esserci. Ma la carenza di personale è un guaio storico del palazzo di giustizia milanese. Ed è difficile negare che una Procura che dieci anni fa era una macchina da guerra di straordinaria efficienza oggi appaia in affanno sul piano dellorganizzazione: che, per un ufficio-azienda con cento pubblici ministeri, centinaia di cancellieri, assistenti, agenti di polizia giudiziaria, è un piano cruciale.
Certo, si potrebbe obiettare che la grande parte delle trecentomila denunce in attesa di giustizia riguardano reati minori: furti dauto, danneggiamenti, truffe, molestie.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.