Prodi: nessun favore al processo Ma la sentenza prova il contrario

«Dall’ultimo sondaggio mi aspetto una parità tra Polo e Unione o addirittura il sorpasso da parte nostra»

da Roma

Punto sul vivo dalle accuse berlusconiane di aver approfittato anche lui di una «legge ad personam», quella sull’abuso di ufficio, il Professor Prodi decide di reagire.
«Non posso accettare che questa menzogna continui e non accetto questo paragone», tuona. E così nel pomeriggio di ieri ha sfornato una cartella e mezzo di replica, messa a punto dal suo staff, per rispondere punto su punto alle osservazioni del premier, e l’ha diffusa ai giornalisti nel corso di un’apposita conferenza stampa. «Dopo cinque anni di leggi ad personam fatte dalla sua maggioranza, Berlusconi vuol far credere che anche io quando ero al governo abbia agito con la stessa leggerezza e disprezzo della legge», ha spiegato.
La riforma dell’abuso di ufficio (grazie alla quale, afferma Berlusconi, Prodi se la cavò con l’assoluzione nel procedimento per il caso Cirio), fu «una legge di iniziativa parlamentare» fatta con un «ampio e convinto contributo dei parlamentari della destra e non una legge del governo». Inoltre, continua Prodi, era una legge «nata essenzialmente per migliorare l'attività delle amministrazioni locali», ed è stata approvata «dopo ampie discussioni con le amministrazioni locali di centrosinistra e di destra ed era considerata all'unanimità da tutti una legge necessaria». Quindi, Prodi sottolinea che «nel processo per cui viene tirata in ballo questa legge il giudice pronunciò una sentenza di non luogo a procedere, con la formula più ampia possibile di proscioglimento, affermando che il fatto non sussisteva». Poi, continua, «ricordo anche che il giudice emise questa sentenza a seguito di un'udienza preliminare con approfondito contraddittorio tra accusa e difesa e dopo aver acquisito una perizia d'ufficio redatta da ben cinque esperti». Una perizia che «accertò l'assoluta congruità del prezzo di vendita della Cirio-Bertolli-De Rica e la sentenza confermò la regolarità del procedimento seguito per la vendita».
Il Professore non racconta la verità, lo contraddice il vice-coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto. Secondo il quale «Prodi nega di essere stato assolto grazie alla modifica del reato di abuso d'ufficio e spiega che la sua assoluzione è avvenuta “perché il fatto non sussiste”. Ma ciò che tace è il prosieguo dell'assoluzione: perché il fatto non sussiste ma in virtù di una nuova ipotesi di abuso d'ufficio “più favorevole all'imputato”, come riporta la sentenza del Gip Landi ben spiegata da un libro del giudice Imposimato, dal titolo: “Corruzione ad alta velocità”». E la nuova legge, ricorda Cicchitto, venne rapidamente approvata, su calda sollecitazione del presidente Scalfaro e dell’allora ministro della Giustizia, il prodiano Flick, «proprio mentre l'udienza preliminare che vede sul banco degli imputati Romano Prodi era ancora in corso».
Intanto, il leader dell’Unione polemizza anche sulla richiesta del premier di rinviare lo scioglimento delle Camere: «Il presidente del Consiglio e la maggioranza hanno evidentemente paura del voto perché hanno paura del giudizio degli elettori, e chiede altre due settimane di cattivo governo». Ma «la decisione spetta a Ciampi, e io attendo semplicemente quel che deciderà». Una richiesta «poco fondata», aggiunge Piero Fassino, visto che «in un lasso di tempo così ridotto non si può varare alcuna legge».

Si tratta di «un capriccio» che non va «tollerato», incalza Massimo D’Alema, secondo il quale Berlusconi «punta ad evitare che scatti la par condicio per continuare l'offensiva mediatica». L'ipotesi di rinviare la data delle elezioni «è un paradosso irresponsabile», dice Francesco Rutelli, ed «è grave che il premier si metta di punta contro il capo dello Stato».

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