Prodi: «Tasseremo i profitti di Borsa e le eredità milionarie»

«Viviamo in un paese diviso. E un Paese diviso non può vincere le battaglie di questo mondo»

«Cattocomunista dossettiano». Si parla d’imposte e Silvio Berlusconi attacca il leader dell’Unione. Quando il Professore afferma «“noi mettiamo l'imposta di successione solo sui grandi patrimoni” - avverte il Cavaliere - dice una cosa non vera. I cattocomunisti dossettiani alla Prodi hanno come scopo quello di ridistribuire il reddito a favore della classe operaia». Un riferimento per storici e addetti ai lavori anche se Giuseppe Dossetti fu una figura di rilievo nella storia politica del Dopoguerra. Per Montanelli, che pure lo definì «un professorino della sinistra integralista democristiana», fu anche uno dei dc più onesti. Nato a Genova nel 1913, giovane di Azione Cattolica, a 21 anni era già laureato in Giurisprudenza. Approdato all’università Cattolica di Milano bruciò le tappe anche in politica: vicesegretario della Dc nel 1945, il 2 giugno del ’46 viene eletto alla Costituente e nominato membro della «commissione dei 75» incaricata di elaborare il testo della Costituzione.

Fondata con Giorgio La Pira la rivista «Cronache sociali» su posizioni di forte sostegno sociale ai ceti meno abbienti. Scontratosi con De Gasperi, si ritirò dalla politica attiva (1951) e, ordinato sacerdote a Bologna (1959), si dedicò all'apostolato nelle comunità di base fino alla morte avvenuta dieci anni fa.

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