da Milano
Non ancora assorbito lo choc del taglio delle stime di crescita 2008 da parte del Fondo monetario, lItalia finisce di nuovo dietro la lavagna: per i «professori» dellOcse, la maglia nera della produttività è tutta nostra. Non solo siamo sotto la media Ue, ma i ritmi della penisola sono perfino più lenti di quelli di alcuni Paesi dellEst europeo.
Una bocciatura che fa dire al presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che «il tema della produttività dovrebbe essere al centro dellattenzione di tutti, nessuno escluso: spero che avvenga dopo il voto». Del resto, «se non aumenta la produttività non aumentano i salari e la crescita».
Vediamo allora i numeri del poco invidiabile primato tricolore: in base ai dati dellorganizzazione parigina, la crescita del Pil per ora lavorata in Italia è stata inferiore allo 0,5% nel periodo tra il 2001 e il 2006. Insomma, quasi nulla. Una performance paragonabile a quella del Messico. La media matematica del periodo fa segnare infatti uno scarso più 0,2%. Un picco negativo si è registrato nel 2003, con una flessione dell1,2%, seguita da uninversione lanno successivo che ha portato il rialzo a un contenuto più 0,7%, mentre nel 2005 la crescita della produttività si è fermata allo 0,4 per cento. Il 2006 ha fatto segnare una ripresa, con un rialzo dell1 per cento. Ma il risultato resta al di sotto di quello della media dei Paesi del G7 (più 1,3%), dellOcse (più 1,4%) e dellUe a 15, che è all1,7 per cento. Di gran lunga meglio dellItalia Slovacchia (più 5,2%), Repubblica Ceca (più 4,6%), Grecia (più 3,7), Ungheria e Corea (entrambe più 3,4%).
La maglia nera resta appiccicata allItalia anche se si esamina il Pil pro capite, utilizzato per valutare la performance economica. Tra 2001 e 2006 la crescita su questo fronte è stata prossima allo zero, contro il quasi 1% della Germania, loltre 1% dellUe e il circa 2% dei Paesi Ocse.
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