Pronto soccorso, un assedio continuo

Il Lazio ha un modello ospedaliero da esportare nel resto d’Italia. Grazie al triage globale (sistema di smistamento dei pazienti), nel 2009 sono state curate più di due milioni di persone. Un esercito di feriti, claudicanti, contusi, che in due anni si è ingrandito: gli accessi alle 53 strutture presenti nella regione sono cresciuti di 44mila unità. La validità del modello organizzativo laziale è emersa durante il primo congresso nazionale dedicato proprio al triage, patrocinato dalla regione Lazio.
I dati forniti da Laziosanità-Asp durante la conferenza riguardano anche la tipologia delle prestazioni richieste. La maggior delle cure mediche sono state per ferite di lieve entità: il 72% in codice verde, il 17% giallo, l’8% in codice bianco e oltre l’1% rosso. L’Agenzia di sanità pubblica ha stimato anche i diversi tempi di attesa per la prestazione delle cure: accesso immediato con il codice rosso, entro 10-15 minuti con il giallo, 30-60 minuti con il verde e 60-120 minuti per il codice bianco. Nel corso dell’incontro i protagonisti del mondo della medicina hanno presentato le criticità organizzative e sanitarie, mettendo in rilievo le difficoltà dei modelli organizzativi. L’Asp ha proposto di individuare un modello di triage ospedaliero utilizzabile a livello nazionale, promuovendo proprio il quello laziale. «La proposta di triage globale - ha spiegato il presidente della Asp Lucio D’Ubaldo - corrisponde all’esigenza di fornire a tutti i cittadini un servizio di emergenza sanitaria efficiente in ogni regione. Il Lazio – ha continuato il presidente - ha sperimentato procedure interessanti, oggi meritevoli di essere assunte a fondamento di un coerente sistema nazionale». Il sistema di smistamento laziale «garantisce una valutazione approfondita e completa delle condizioni del paziente, necessaria soprattutto quando si verifica una maggiore affluenza e sovraffollamento in pronto soccorso. Al di là della retorica sul federalismo fiscale – ha concluso D’Ubaldo - uno sforzo di armonizzazione può incidere, in misura considerevole, sui costi e sull’efficacia delle prestazioni assistenziali».
Domenico Gramazio (Pdl), vicepresidente vicario della Commissione Sanità in Senato, ha portato i saluti del governatore del Lazio, Renata Polverini: «L’attribuzione dell’ordine di trattamento dei pazienti sulla base delle loro necessità di cura e delle risorse immediatamente disponibili che il personale effettua – ha rilevato Polverini nel suo saluto – è un passaggio decisivo. In pochi istanti, gli addetti al servizio 118 e nei pronto soccorso sono chiamati a valutare una serie di fattori e di indici, conseguentemente ai quali il paziente è indirizzato verso il tipo di intervento migliore». D’accordo il senatore Gramazio: «Il triage è il sistema più efficace per la valutazione del paziente, ma c’è una forte disomogeneità nel suo utilizzo nelle regioni italiane». Nel suo intervento, invece, la dottoressa Guasticchi, Direttore generale dell’Asp, ha spiegato come venga riconosciuto al triage «il valore aggiunto di vero e proprio atto terapeutico in quanto fornisce il miglior trattamento con la raccolta di informazioni essenziali».

Il direttore generale ha poi ricordato che: «Laziosanità-Asp, dal 2002, ha avviato il progetto “Triage modello Lazio”, nel quale è stato individuato il triage globale quale modello da utilizzare in tutti i pronto soccorso della regione, in quanto, tra i vari modelli esistenti, sembra essere quello maggiormente in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi, realizzando una presa in carico completa della persona e delle sue problematiche. L’Agenzia di sanità pubblica – ha continuato Guasticchi - intende, quindi, promuovere, con questo congresso, l’utilizzo del triage globale a livello nazionale».

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