La proposta parte non a caso da Genova. Il senatore Enrico Musso non lo fa certo per tirchieria, ma anzi il suo suggerimento per evitare spese inutili potrebbe essere ben accolto da Palazzo Madama. Loggetto della mozione presentata dallesponente ligure del Pdl riguarda infatto il «passaggio al digitale» per tutti gli atti relativi ai lavori parlamentari, con un risparmio (stimato dallIstituto Bruno Leoni) di oltre 15 milioni di euro allanno. «Il Parlamento - spiega Musso - sostiene già oggi le spese per la digitalizzazione dei suoi documenti e offre del resto un servizio di alta qualità; tuttavia vige ancora la prassi per cui sono irricevibili documenti (disegni di legge, proposte di emendamenti, atti di sindacato e controllo parlamentare) trasmessi per via telematica. Tutto va trasmesso su carta, e viene spesso ribattuto, col costo del lavoro che si somma a quello della carta».
«Tutte le aziende hanno approfittato della tecnologia per ridurre i costi e migliorare lefficienza - osserva Musso - Il Parlamento, invece, pur essendosi dotato di supporti digitali allavanguardia, non li ha sostituiti, ma li ha semplicemente aggiunti alle vecchie procedure su carta, con grande dispendio di tempo e denaro.
La proposta «genovese» verrà adesso sottoposta ai senatori al rientro dalle ferie. Più saranno le firme raccolte, più è facile prevedere che il Senato lasci i vecchi bolli per risparmiare.
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