Le proposte dei Confidi e degli istituti di credito

Strette tra i debiti e le difficoltà di accesso al credito, le pmi necessitano di finanziamenti. Risorse fresche che le traghettino oltre la crisi preparando la ripresa, anche con opportune iniezioni di capitale e con investimenti in asset produttivi, peraltro operazioni oggi entrambe fiscalmente agevolate. Aumentano però gli imprenditori, come rileva l’Osservatorio Ispo-Confartigianato, che, se da un lato promuovono le misure del governo, dall’altro segnalano la richiesta di maggiori garanzie da parte delle banche, oltre ad azioni restrittive e istanze di rientro sul fido utilizzato.
Le pmi possono sfruttare gli strumenti con i quali la Ue e lo Stato operano da garanti per i prestiti richiesti. Sono infatti disponibili i fondi del programma comunitario per l’innovazione e la competitività 2007-2013 a beneficio dei Confidi, consorzi di garanzia fidi (www.access2finance.eu/it/Italy/cip/index.htm) come Unionfidi, Federfidi e Fidindustria che hanno rinnovato la convenzione con il Fondo europeo degli investimenti. Sui siti di ciascun consorzio sono disponibili i moduli per la richiesta di intervento e sono indicati i finanziamenti, le forme tecniche, le garanzie, i tassi, le commissioni e gli importi, nonché le banche convenzionate.
Nel caso di Federfidi Lombardia (www.federfidi.it), società consortile partecipata dalla regione, il Fei ha concesso 510 milioni di euro (che si aggiungono ai 3 miliardi già disponibili) a valere su prestiti volti prevalentemente agli investimenti, grazie ai quali i Confidi possono elevare la garanzia fino all’80% dell’importo erogato all’impresa.
Nel complesso, ammontano a oltre 10 miliardi i fondi che le Regioni hanno attivato per rispondere alle istanze del sistema produttivo. Da parte sua il governo, nel corso del 2009, ha rifinanziato il Fondo Centrale di Garanzia per le pmi, che agisce a favore dei settori industria, commercio, turismo e servizi e può attingere a 30 miliardi di euro di finanziamenti, garantendo un credito fino a 1,5 milioni alla singola azienda. Dal sito www.fondidigaranzia.it si possono scaricare i documenti che illustrano le modalità operative e i criteri per l’autorizzazione dei Confidi a certificare il merito del credito.
Valersi di garanzie può senz’altro servire alle pmi anche per il proprio rafforzamento patrimoniale. Un’operazione che l’accordo tra governo, banche e imprese siglato lo scorso agosto punta a incentivare, concedendo mutui a medio-lungo termine pari a un multiplo dell’aumento di capitale effettuato dai soci; aumento per il quale fino al 5 febbraio 2010 è previsto uno sconto fiscale del 3% entro il limite dei 500mila euro. I finanziamenti che hanno come presupposto la ricapitalizzazione sono già sul mercato: Ricap Crescita Programmata e Ricap Moltiplica del gruppo Intesa Sanpaolo, l’uno pari o doppio rispetto all’importo dei capitali immessi, per un massimo di 3 milioni in base al rating e con una durata tra 3 e 5 anni, e l’altro per importi fino a quattro volte l’aumento, entro il limite di 5 milioni e con rimborso tra 5 e 10 anni. Prodotti simili propongono anche Unicredit con il Mutuo di ricapitalizzazione aziendale, prestito minimo di 30mila euro da restituire in 5 anni, e il Monte dei Paschi di Siena con Partner, finanziamento dall’importo compreso tra 154mila e 5.160.000 euro, rimborsabile anche in 10 anni.

Un prestito partecipativo per il rafforzamento patrimoniale dell’azienda è offerto alle pmi pure da Cariparma, e un’analoga proposta di finanziamento per rafforzare il patrimonio, peraltro utile a migliorare il rating nell’ottica di Basilea 2, viene anche da parte della Banca Popolare di Vicenza che, sino a fine anno, finanzia le ricapitalizzazioni aziendali con una linea di credito straordinaria riservata alle imprese iscritte alla Camera di Commercio di Vicenza: mutui per un importo non superiore a 300mila euro da rimborsare in 5 anni.

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