(...) Giunta. E poi giù elogi e riverenze di rito: la sinistra che si spella le mani solo all'idea e il centro destra che invece le mani le tiene ben ferme e assiste, attonito, alla festa degli altri.
Ma cosa c'è da festeggiare, dopo che la sinistra ingorda ha occupato tutte le poltrone con una serie di votazioni a maggioranza, iniziate male e finite peggio? Sarei stato curioso di vedere, se Ciampi avesse accettato di ricandidarsi, chi avrebbe saputo risolvere i problemi di rappresentatività dei Ds già silurati dalla strana coppia Prodi-Bertinotti.
Perché non si ha il coraggio di dirlo? Perché non riportare anche i commenti dell'opposizione che si è espressa diversamente? Perché i Prono-comunicati stampa della Provincia si trincerano dietro una parvenza di unanimità di intenti che invece non esiste? Complimenti per la «corretta» informazione! In questo quadro «idilliaco» ho ascoltato, sempre più allibito, il Presidente Repetto evidenziare la tradizione «liberale» di Napolitano (come fosse stato un allievo di Einaudi e Malagodi) anziché ricordarne la storica militanza nel vecchio Pci e successive modificazioni.
Così, dopo 50 anni di impegno in quel partito e nelle Istituzioni, oggi è più conveniente riferirsi alle convinzioni generazionali anziché alla personale adesione, quale essa sia legittimamente stata, ad una specifica area di pensiero.
Proprio vero che è diventata quasi una moda attribuire il titolo «liberale»: tanto, come si dice, «fa fine e non impegna». La prima dimostrazione, infatti, si è potuta ammirare subito con il criterio utilizzato dalla coalizione che ha sostenuto Napolitano, ben lontano dal metodo liberale!
Allora, Presidente Repetto, arrivo a dire «meglio Diliberto», che almeno questa appartenenza l'ha riconosciuta chiaramente con (sua personale) soddisfazione.
Vice Capogruppo
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