«Le cause e le responsabilità dellaccaduto vanno attribuite essenzialmente al conducente dellautovettura Porsche Cayenne, Trabucchi Marco, e alla sua manovra assolutamente impropria». Laveva scritto il consulente della Procura, pochi mesi fa. Lincidente tra un autobus e un tram che in corso di Porta Vittoria era costato la vita a una donna di 52 anni - sosteneva la perizia - era stato provocato da una manovra imprudente del suv. Ora, comera atteso, il pubblico ministero Cecilia Vassena ha chiesto il rinvio a giudizio di Trabucchi, di professione procuratore sportivo, con le accuse di omicidio colposo e di lesioni colpose plurime.
Contestate, dunque, la «negligenza, limprudenza e limperizia» con cui ha effettuato la manovra di immissione nella corsia preferenziale riservata ai mezzi pubblici e ai taxi. È destinato a uscire definitivamente dallinchiesta, invece, Domenico Ressa Jolman, il conducente del bus della linea 60 coinvolto nello scontro, inizialmente indagato. La sua posizione, infatti, è stata stralciata per chiederne larchiviazione. Secondo il consulente dellaccusa, infatti, Jolman «non aveva la possibilità di prevedere la manovra» di Trabucchi «se non qualche secondo prima dellimpatto». Ovvero, troppo tardi per evitare limpatto. Una conclusione a cui si oppongono i legali del procuratore sportivo. Il consulente della difesa, infatti, sostiene che «la causa prevalente del sinistro è da attribuirsi al conducente del bus» perché «era distratto alla guida» e «procedeva speditamente». Motivo per cui, quando ha sentito lurto della Porsche, avrebbe fatto una «manovra di sterzata a sinistra» contro il tram come forma di «reazione istintiva e nel contempo protettiva quale diretta conseguenza dellaver urtato o essere stato urtato da qualcosa di ignoto».
Le parti offese citate nella richiesta di rinvio a giudizio, infine, sono otto. Tante quante sono le persone che hanno sporto querela. Tra loro cè anche la giovane ragazza turca che ha rischiato di perdere una gamba e che è rimasta cieca da un occhio.
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