Politica

Puglia, due dimissioni in un giorno: così la giunta Vendola prova a salvarsi

Polemiche all’Acquedotto: lasciano il figlio di un assessore e un manager

Giuseppe Salvaggiulo

nostro inviato a Bari

Se ne va Fabrizio Quarta, consigliere di amministrazione dell’Acquedotto pugliese indagato per truffa ai danni dello Stato. Se ne va Pierluigi Introna, giovane avvocato assunto all’Acquedotto pugliese (società controllata al 100% dalla Regione) dopo che suo padre è diventato assessore regionale alle Opere pubbliche. Due dimissioni in un solo giorno per ridare smalto all’immagine del governatore Nichi Vendola, appannata da disinvolti aumenti di assessori, moltiplicazioni di commissioni e incarichi e assunzioni imbarazzanti in società controllate. E messa in discussione anche a sinistra, soprattutto tra i Ds.
Fabrizio Quarta, da pochi giorni consigliere di amministrazione dell’Acquedotto pugliese in quota Margherita, lascia l’incarico dopo aver ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Lecce. L’inchiesta giudiziaria non riguarda l’Acquedotto, ma la società «Apuliae» dell’imprenditore mantovano Roberto Colaninno, di cui Quarta si definisce «stretto collaboratore». Il reato ipotizzato è la truffa ai danni dello Stato nell’ambito di una procedura di finanziamento pubblico all’impresa per la costruzione di un hotel di lusso a Leuca, nel Salento.
Quarta, che definisce il provvedimento giudiziario «un atto dovuto» e il caso «un equivoco increscioso», ieri mattina ha scritto una lettera a Vendola: «L’idea che questo possa essere oggetto di strumentalizzazioni verso di ella è qualcosa che la mia persona, il mio modo di essere non può accettare». Quindi «dimissioni irrevocabili», che il governatore apprezza per «l’inusuale sensibilità istituzionale dimostrata».
Passano poche ore e viene resa pubblica un’altra lettera di dimissioni. È quella di Pierluigi Introna, 32 anni, figlio di Onofrio, assessore regionale alle Opere Pubbliche (Sdi), oltre che coordinatore pugliese di tutto il centrosinistra. In questo caso, il problema è tutto politico. Il giovane avvocato, infatti, figura fra le trentuno persone assunte all’Acquedotto ai primi di luglio da Francesco Divella, ex amministratore unico, pochi giorni prima di lasciare l’incarico. Il Giornale aveva parlato della vicenda nell’ambito dell’inchiesta sugli sprechi dei nuovi governatori. Nella lista degli assunti figurano anche parenti di sindacalisti e di dirigenti sanitari.
Il caso del figlio dell’assessore regionale ha investito la giunta Vendola. Alleanza Nazionale ha chiesto nei giorni scorsi le dimissioni di Introna, che detiene anche le deleghe sulle Risorse idriche, quindi si occupa proprio dell’Acquedotto. Ma l’interessato non ne vuole sapere, difende il curriculum del figlio e non accetta «che sia penalizzato esclusivamente perché è “figlio di”». E sulla linea della fermezza incassa l’aiuto dello stesso Vendola, che derubrica la vicenda a «fatto privato che non riguarda l’amministrazione».
Ieri il colpo di scena. Le dimissioni arrivano, ma non dall’assessore. Lui non molla, il figlio si sacrifica al suo posto. Ne dà notizia l’Acquedotto, con un comunicato di quattro righe. Il fatto che una Spa con 2.148 dipendenti affidi a una nota ufficiale le dimissioni di un impiegato di quinto livello assunto con contratto a tempo determinato di un anno dà l’idea della dimensione politica del caso.
Vendola prende carta e penna e scrive un’accorata lettera all’assessore: «Caro Introna, ho appreso la notizia delle dimissioni di tuo figlio dall’Acquedotto Pugliese. È un atto non dovuto e dunque tanto più apprezzabile. So la sofferenza con cui hai vissuto una vicenda condita con toni simili a una lapidazione, da parte di chi non ha alcun titolo morale per calcare cattedre piuttosto improvvisate. So anche quale sia stato il tuo grado di lealtà nei miei confronti, con l'immediata messa a disposizione della tua delega assessorile. Ora la storia si chiude senza che alcuno potrà ulteriormente sporcare di fango la vita delle persone. Ti ringrazio per lo stile di cui hai dato prova e auguro a tuo figlio ogni successo nella tua vita professionale».
Ammesso che il caso Introna sia chiuso, ora Vendola dovrà nominare un sostituto del dimissionario Quarta. I tre amministratori dell’Acquedotto costano alla Regione 200mila euro.

Prima di Vendola, l’amministratore unico costava 40mila euro in meno.

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