RomaRischi per il federalismo, preoccupazioni per il processo breve, bocciatura del ddl sulle intercettazioni e la legge Cirielli sulla prescrizione. Tutti fanno politica, anche dalle sedi che non ne hanno titolo, e la Corte dei Conti non rimane fuori dalla mischia.
Loccasione è la cerimonia dapertura dellanno giudiziario 2011, di fronte al Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il procuratore generale della Corte dei conti, Mario Ristuccia, denuncia il fenomeno della corruzione, aumentato di oltre il 30 per cento e il perdurare dellaltra «patologia» che affligge la pubblica amministrazione: la frode sui contributi nazionali e dellUnione europea. Poi aggiunge la stoccata al governo: «Non appaiono indirizzati a una vera e propria lotta alla corruzione il ddl governativo sulle intercettazioni, che costituiscono uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili allo scopo e neppur laver dimezzato con la legge Cirielli del 2005 i termini di prescrizione per il reato di corruzione ridotti da 15 a 7 anni e mezzo». Per Ristuccia anche il ddl sulla durata dei processi può essere «un ulteriore ostacolo alla lotta contro la corruzione». Il Pg afferma che la diminuzione delle denunce potrebbe rappresentare una certa «assuefazione» al fenomeno, verso una vera e propria «cultura della corruzione». E avverte che lopinione pubblica chiede a governo e parlamento «forti e duraturi interventi perché sia data attuazione alla norma già prevista nella finanziaria 2007 sulla confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti ai corrotti e ladeguamento dei nostri codici alle leggi internazionali anticorruzione».
Del federalismo si occupa, invece, il presidente della Corte Luigi Giampaolino, parlando del rischio che «possa produrre squilibri in termini di dislocazione territoriale del gettito fiscale e di incertezza sulla sua effettiva invarianza». Pur sottolineando «i profili di positività» della riforma, critica «la coerenza del disegno con gli obiettivi e i criteri della delega, la reale fattibilità dei risultati attesi e la sostenibilità delle soluzioni proposte». Giampaolino lancia lallarme sui conti pubblici e chiede un impegno «urgente» per riqualificare la spesa pubblica.
Pure la Corte dei conti si mette a fare politica: «No al processo breve»
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