«Siamo geneticamente vincitori». È il messaggio di Vladimir Putin al suo popolo riunito ieri nello stadio Luzhniki di Mosca, a poco più di una settimana dal voto del 4 marzo che dovrebbe riconsegnargli il Cremlino (i sondaggi lo danno tutti al di sopra del 50% con i quattro sfidanti principali a grande distanza: il più forte non va oltre il 15%). Un messaggio chiaro allopposizione del blogger Aleksey Navalny, che ieri ha preferito rimanere nellombra, mentre progetta per sabato e domenica due importanti manifestazioni anti Putin, a San Pietroburgo e a Mosca. «Non permetteremo a nessuno di immischiarsi nei nostri affari interni, non permetteremo a nessuno di imporci la sua volontà, perché noi abbiamo la nostra», ha detto il premier con un neanche troppo velato riferimento alle accuse già rivolte dal fronte putiniano a Navalny di essere sovvenzionato dagli americani.
Per il candidato molti applausi, grida «Putin! Putin!», ma pure qualche fischio. E per fare colore addirittura le vuvuzela, le trombe africane assurte agli onori della cronaca durante lultimo mondiale di calcio.
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