«Poco prima di essere folgorato sulla via del pentimento, detenuto nel carcere di Tolmezzo, in alcuni periodi anche in regime di isolamento, Gaspare Spatuzza veniva a sapere da Pippo Calò, anch’egli detenuto, di presunte “dissociazioni” in corso all’interno di Cosa Nostra. Sempre in carcere, ne discuteva col suo ex padrino Filippo Graviano, dalle finestre o durante le passeggiate». Il vicepresidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello, ha scritto un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Roberto Maroni sugli «strani andirivieni tra carcere, padrini e magistrati». La convocazione di Spatuzza di fronte all’allora procuratore nazionale antimafia, Pierluigi Vigna, per un colloquio investigativo, secondo Quagliariello avvenne subito dopo questo strano incontro. «Vigna lo invitò a collaborare, Spatuzza declinò l’invito e, rientrato in galera, riferì a Filippo Graviano del colloquio investigativo avuto con Vigna». È stato lo stesso Spatuzza durante il processo Dell’Utri, conclude Quagliariello a raccontare questo inquietante andirivieni tra le patrie galere, la Procura antimafia e le chiacchierate con Graviano: «Si può credere alla genuinità di un pentimento maturato così? E perché la Procura di Palermo non ha deciso di sentire direttamente Graviano?».
In serata sul pentito è intervenuto anche il senatore azzurro Marcello Dell’Utri, chiamato in causa proprio da Spatuzza: «Provo ripulsione assoluta solo a parlarne - ha detto davanti alle telecamere di Porta a Porta - faccio fatica a credere che queste cose si possano anche solo pensare. È molto strano che venga fuori un personaggio come Spatuzza. Secondo me agisce solo per ottenere prebende, uscire dal carcere e avere risorse per sé e per la sua famiglia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.