Quando il giallo è milanese come una casa di ringhiera

Tornano, in sei racconti concatenati, i personaggi con cui Francesco Recami reinventa il noir meneghino

Quando il giallo è milanese come una casa di ringhiera
00:00 00:00

Se c'è qualcosa di tipico della Vecchia Milano è la casa di ringhiera. Un tempo erano luoghi popolari adatti alla ligéra, una sorta di microcriminalità bonaria che è riuscita ad affacciarsi alla prima metà del Novecento, per poi soccombere ai mitra dei Turatello e dei Vallanzasca. Ora le case di ringhiera sono state molto spesso trasformate in sfondi di gran stile per anodini ed eleganti alloggi radical chic (magari anche con la sauna). Però conservano un loro fascino, un certo spazio di vita comune che rende molto allettante un'ambientazione gialla che si porti dietro, italianizzandolo, lo spirito di La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock. A sfruttare questo fascino, da piccolo condominio della ferocia umana, è Francesco Recami, in sei racconti gialli concatenati appena usciti per i tipi di Sellerio sotto il titolo: Il mostro del Casoretto (pagg. 282, euro 15).

Recami, pur essendo di origini fiorentine, ha fatto di una fittizia palazzina di ringhiera meneghina il cuore dei suoi gialli a partire dal 2011 con un primo romanzo intitolato proprio La casa di ringhiera. Da allora il suo detective l'anziano tappezziere in pensione Amedeo Consonni ha inanellato un buon numero di indagini che hanno portato Recami anche a vincere un Premio Chiara nel 2015. Questi nuovi sei racconti possono essere la ciliegina sulla torta per chi ama questa variante tutta milanese del giallo, oppure il passepartout per scoprirlo entrando per la prima volta nel portone della "Casa di ringhiera".

Come introdurre il lettore alla trama senza raccontargliene in eccesso? Perché si sa che con i gialli anche se per Recami l'indagine è per lo più l'occasione per sbozzare divertenti tipi umani svelare troppo è peccato mortale. Elenchiamo allora i principali componenti di questa commedia umana che spesso sfiora il dramma. Abbiamo già citato Amedeo Consonni, la sua forza è la curiosità. La stessa che guida certi vecchietti a guardare i cantieri, ma che in questo caso vira verso la pignola conservazione di informazioni su qualsiasi tipo di serial killer. Da inseguire con puntiglio ma anche con ridicola avventatezza. Abbiamo poi la signora Mattei-Ferri che per essere disabile da vent'anni risulta un po' troppo mobile quando qualcuno non la guarda; l'ottantenne De Angelis a cui sta a cuore solo la macchina sportiva che conserva nel cortile e che è sempre minacciata dalle pisciatine dei cani del vicino, la professoressa Mattioli, generosa nel soccorso ai vicini e nel suo innamoramento verso il tappezziere Consonni e poi la disastrata famiglia della signora Donatella che tira a campare con due figli nonostante tutti i guai che le ha lasciato in eredità il marito alcolista. Su questa scombiccherata compagnia di giro piomba poi la cronacaccia. Si diffonde il serissimo sospetto che un pedofilo insidii i bambini della vicina scuola. C'è la testimonianza di una bambina di otto anni e ci sono gli adulti, comprensibilmente spaventati, che vedono il mostro ovunque... Quando Consonni al suo solito inizia ad indagare si innescano i meccanismi che porteranno a una catena di equivoci e misfatti.

Tutti raccontati con la brillantissima penna di Recami che sviscera come sempre un mondo piccolo e molto cattivo, ma con una punta di amara umanissima comprensione. Siamo tutti persone da casa di ringhiera. Soprattutto a Milano.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica