Anche i miti crollano. Al tempo. Ovvero, passando gli anni emergono i particolari che non taspetti. Lultimo lha scritto sul Riformista Piero Sansonetti, di mestiere giornalista, fino a qualche mese fa direttore di Liberazione dopo il licenziamento targato Ferrero e una carriera di sinistro doc che lo portò fino alla condirezione dellUnità. E proprio agli anni in cui era caporedattore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, risale il ricordo del suo primo processo. Interno, si noti bene.
Sansonetti, insomma, aveva attaccato Togliatti e allora, correva la fine degli anni 80, era lesa maestà. Tanto che lo Stato maggiore del partito, furibondo, lo giudicò. Il direttore, Gerardo Chiaromonte, quel giorno non cera e non ne sapeva niente. Sansonetti comparve davanti a Natta, Pajetta, Napolitano, Petruccioli, Occhetto e vari altri. Togliatti non si tocca! Fu assolto. Il più togliattiano, Chiaromonte appunto, lo difese ed ebbe ragione. Un anno dopo stessa scena con personaggi diversi. Il direttore era però Max DAlema. Titolo in prima pagina: «Cera una volta Togliatti e il comunismo». Sansonetti aveva lo stesso complice dellanno precedente: il vicedirettore Foa. Anche quella volta il direttore non cera, era in vacanza. Correva il 20 agosto.
Fu un nuovo processo, ma stavolta nella commissione dei pretoriani del vero comunismo cera anche lui Walter Veltroni (nella foto). Sansonetti e Foa furono accusati di essere anticomunisti, narcisisti, nuovisti... Finirono assolti.
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