Consoliamoci. Non siamo ancora a livello di Londra dove, da Harrods, un chilo di pane a cassetta fresco costa trenta euro. A Bolzano, al massimo, paghi sette euro il pane speciale, quello supernutriente alla segale, ai cereali, alle noci. E a Milano, lo stesso pane da forno senza additivi, lo paghi cinque euro al chilo. Ma, intendiamoci, pure i cinque euro sono una bella sommetta, per molti quasi un salasso quotidiano. Tanto che ormai gira la seguente battuta: «I milanesi mangiano il pane più salato dello Stivale».
Questo primato poco invidiabile emerge dalle ultime stime dellOsservatorio Codici che ha comparato i prezzi in diversi capoluoghi e ha affibbiato il primato negativo alla città meneghina. Per risparmiare si deve scendere al Sud, fino a Bari, dove ecco il primato positivo - il pane tipico di Altamura si porta a casa con soli due euro. E alla fine del mese fa la differenza nella borsa della spesa. Quando ti infili dal panettiere e compri pane (poco) e latte (un litro) esci alleggerito di almeno cinque o sei euro. E molto di più se ti spingi verso i pani speciali ai cereali o alle patate. Ma chi anche ama la semplicità deve comunque pagare le ciabatte di grano dai 4 ai 5 euro al chilo, poco meno per le rosette.
Va meglio per chi ama i panini allolio oppure quelli integrali: si spendono tra 2,50 e 3,50 euro circa al chilo per i primi, dai 2 ai 3 euro per i secondi. E soprattutto è quasi proibitiva la michetta, il pane di tipo locale, il cui costo oscilla sui cinque euro al chilo.
Nella capitale i prezzi si abbassano. Per un chilo di rosette si pagano circa 2,80 euro, mentre per il pane casereccio circa 3,50. Più costosi i panini allolio che viaggiano sui 4,90 euro al chilo mentre quelli integrali costano 3,20 euro al chilo. A Napoli il prezzo scende sensibilmente: il pane di grano si aggira su 1,50 euro circa mentre per le rosette si pagano da 2 a 2,20 euro. I panini allolio costano 0,20 centesimi luno, mentre quelli integrali circa 0,25 centesimi luno. Per il pane casereccio la spesa va da 1,40 fino a 1,80 euro al chilo.
Bari rimane la più economica: un chilo di ciabatte di grano costano circa 2,20 euro, mentre le rosette 2,10. E il pane tipico di Altamura ha un prezzo più che abbordabile di 2 euro al chilo. Ma perché queste differenze? Pietro Restelli, Presidente dei panificatori milanesi, sbotta: «Per forza, al Sud hanno poca varietà, vendono solo pezzature grandi che costano meno perché serve poca mano dopera. In Lombardia, invece, abbiamo 50 tipi di pani diversi, molti di piccola dimensione che richiedono tempo e personale. Poi noi sosteniamo costi proibitivi». E Restelli fa la conta. Gli stipendi dei dipendenti cambiano: al Nord circa 1.200 euro al mese, al Sud 900. Gli affitti: al Nord minimo 1.000 euro in periferia e provincia, mediamente 1.500, massimo 3.000 al centro. Al Sud gli affitti non superano i 300 euro.
E poi in Settentrione ci sono altre voci da calcolare piuttosto pesanti. Il traffico che ti fa raddoppiare il tempo per le consegne del mattino, per esempio. I controlli Asl, i balzelli di ogni genere che pesano su un laboratorio artigianale circa 6.000 euro allanno. «Al Sud - si domanda Restelli - tasse e spese fisse chi le paga? Io non lo so...»
Insomma, quello che fa lievitare il pane non è il prezzo della materia prima che incide solo per il 15% sul prodotto finale. È il costo complessivo di una panetteria a fare la differenza tra il Nord e il Sud, oltre ai gusti sempre più sofisticati della popolazione anche in fatto di pane. Non a caso la Lombardia si contende il primato con unaltra regione ricca, il Veneto.
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