Tutto sta a mettersi d'accordo. Perché questa volta se si cerca l'anno del riscatto si è decisamente fuori strada. Il rugby italiano, alla soglia del suo 77° campionato, resta nell'equivoco. Una trentina di giocatori hanno deciso di fare il grande salto. Per carità, tutto previsto. Le valigie sono pronte. Hanno deciso di andare a giocare all'estero, di scommettere e mettersi alla prova con il rugby che conta, ma soprattutto hanno deciso di andare dove cè la possibilità di garantirsi una pensione. Francia e Inghilterra i campionati che aspettano a braccia aperte i talenti italiani. Partono Andrea Masi (Biarritz), Marco Bortolami (Gloucester), Fabio Ongaro (Saracens), torna a Montferrand anche Alessandro Troncon.
E in Italia allora chi resta? La risposta alla diaspora dei talenti si chiama Super 10. Un torneo che promette molto ma che obiettivamente rischia di raccogliere poco o nulla. Molti giovani, qualche argentino con passaporto italiano in nome di un non meglio precisato equilibrio e di un'offerta complessivamente al ribasso. Si comincia questo pomeriggio con lo scudetto sulle maglie di un Benetton Treviso che affronta un rinnovato Petrarca. Oltre ai campioni in carica il calendario mette subito di fronte la neopromossa Capitolina e il Viadana, altra favorita per il successo finale. Calvisano permettendo.
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