Quanto pesano i francesi in Intesa

Crédit Agricole ribadisce il suo potere di veto su possibili aggregazioni. Balzo di Mediolanum

da Milano

Le novità sul risiko bancario avvengono più in Borsa che nelle stanze degli gnomi della finanza. Tutti i titoli del comparto sono in salita. Quasi presi da una sorta di ballo di San Vito non riescono a fermarsi: Capitalia, Intesa, Mediolanum, SanPaolo e à côté, ovviamente, Generali. Ma di polpa per il momento ce n’è poca. Da segnalare la dichiarazione, rilasciata all’agenzia di stampa Radiocor, dai francesi di Crédit Agricole, primi azionisti di Intesa: «Abbiamo il diritto di approvare o porre il veto a qualunque fusione possa essere proposta da banca Intesa». Che si associa alle dichiarazioni di due giorni fa da parte di Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalia, che segnalava la necessità di «piani industriali» coerenti prima di disegnare possibili aggregazioni. Insomma il barometro del matrimonio Capitalia-Intesa non volge al bello. Certo tra i due presidenti (Geronzi e Bazoli) vi è grande affinità, ma tocca fare i conti con gli azionisti.
Continua inoltre la corsa di Mediolanum (ieri ha fatto segnare un altro balzo del 4%). Il mercato ama corteggiare il pensiero che la Fininvest possa essere con Mediolanum il centro di un rafforzamento del debole patto di sindacato di Capitalia. Ma qualche gestore, meno dietrologo, pensa anche che questa sia una buona occasione di recupero per un titolo che l’anno scorso ha fatto decisamente peggio del settore.

E in attesa per di più dei conti, che verranno presentati alla fine del prossimo mese. Per il momento dunque è tutto ancora da verificare. Resta il fatto, come notava ieri R&S, che il settore bancario italiano in Borsa nel 2005 ha fatto meglio degli indici di settore.

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