Quasi tutti dimessi, due i feriti gravi

In condizioni critiche una donna giapponese di 45 anni e un uomo operato a torace e addome

da Roma

Quasi tutti sono stati dimessi dagli ospedali. Solo 15 passeggeri degli oltre 250 portati in ambulanza e con i mezzi dell’Atac nei pronto soccorso di sei ospedali dopo l’impatto tra due treni della metro A di Roma alla fermata Vittorio Emanuele sono ancora ricoverati. Due rimangono gravi: per loro, i medici non se la sentono ancora di sciogliere la prognosi. Una è la la donna giapponese di 45 anni, che fin dalle prime ore era risultata il ferito più preoccupante della tragedia della metropolitana in cui ha perso al vita la trentenne Alessandra Lisi. Si trova in terapia intensiva nel Trauma Center dell’ospedale San Giovanni, le sue condizioni sono stazionarie. Mercoledì era stata indotta in coma farmacologico. È sposata con un italiano, un uomo che aspetta ogni giorno per ore in ospedale e che si è chiuso nel suo dolore in attesa che i medici si sbilancino sulla salute della moglie. L’altro ferito grave è un uomo italiano ricoverato al Policlinico dopo una lunga operazione all’addome e al torace.
Ci sono poi 13 passeggeri ancora ricoverati, per fratture multiple, le più gravi al bacino e alla colonna. Ma nessuno di loro è in pericolo di vita. Sono gli ospedali San Giovanni e Policlinico ad aver gestito le emergenze più gravi dello schianto del metrò. Nella prima struttura, delle 164 persone portate in ambulanza mercoledì dopo l’incidente, solo otto rimangono ancora in ospedale. Oltre alla donna giapponese, è ricoverato nel centro rianimazione del San Giovanni un uomo trasferito dall’ospedale Fatebenefratelli dove era stato condotto e che è stato sottoposto a un intervento chirurgico maxillofacciale per una frattura mandibolare. Quattro pazienti si trovano ancora nel reparto di ortopedia dopo interventi chirurgici per fratture, mentre altri due, ha reso noto l’ospedale San Giovanni nel bollettino di ieri mattina, «continuano ad essere ricoverati nella terapia subintensiva della medicina d’urgenza, ma non destano preoccupazione per le contusioni riportate nell’incidente».
Al Policlinico un paziente è dunque ancora in prognosi riservata. L’intervento è stato «lungo e delicato», fanno sapere in ospedale. Le sue condizioni sono stazionarie ma i medici stanno attendendo il decorso post-operatorio. Altri due feriti sono ricoverati in chirurgia, dove sono stati operati per fratture a colonna e bacino, quelle a più lenta guarigione. Due pazienti si trovano nel reparto di medicina, ancora due in quello di ortopedia. Nessuno di loro, però, è grave.
Ma, a parte le ferite fisiche, ci sono quelle psicologiche per i passeggeri dei due convogli che si sono scontrati alla stazione della metropolitana. Ferite che potrebbero essere a lungo decorso. Per questo l’ospedale San Giovanni ha lasciato a disposizione il numero verde, 800213391, per coloro che «sentiranno il bisogno di ricontattare il servizio di psicologia». Il primo intervento degli psicologi era stato fornito proprio in piazza Vittorio Emanuele, in una tenda del 118 (Pma) allestita nei minuti immediatamente seguenti l’impatto.

I pazienti maggiormente sotto choc sono stati poi tenuti in osservazione per l’intera giornata di mercoledì, prima di essere dimessi. Il San Giovanni ha attivato il piano di «maxiemergenza, già studiato a tavolino, sperimentato con prove simulate» e che ha previsto il richiamo in servizio degli allievi delle scuole infermieristiche.

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