«Quattro i nemici dei grandi tronchi»

Alberi monumentali da ammirare, da studiare ma, soprattutto, da difendere. A spiegarlo è il professor Giovanni Nicolotti, del dipartimento di patologia vegetale dell’università di Torino, che elenca i quattro nemici principali dei grandi tronchi. A partire dai cosiddetti marciumi radicali, prodotti da funghi che alterano la vitalità delle radici e dunque lo sviluppo del fusto, e proseguendo con la carie che rende spugnoso il legno dei grandi alberi. Altri nemici dei patriarchi verdi, poi, sono i temporali estivi che possono produrre improvvisi schianti da sradicamento e la tracheomicosi (una forma di ostruzione dei canali linfatici) che colpisce soprattutto olmi e platani provocando il disseccamento rapido della chioma accompagnato da secrezioni gommose.
Altro discorso per quanto riguarda gli alberi che «vivono» in città. Nei centri urbani, infatti, i maggiori nemici dei grandi alberi sono soprattutto l’asfaltatura delle radici e le potature drastiche: «Tagliare le chiome in modo radicale - dicono infatti gli ambientalisti - finisce per indebolire gli alberi perché senza la protezione della chioma i funghi attaccano più facilmente il fusto, divorandolo dall’interno».

Ma le alternative ci sono. «Esistono tecniche - sostengono gli specialisti - che lasciano in vita una parte dei rami. Ma ai Comuni costano più tempo e denaro rispetto alle potature più violente». Che però pregiudicano la salute degli alberi.

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