Quattro serate tutte al femminile, dove l'universo dalle tinte rosa assume anche toni cupi come i colori dell'esistenza angosciosa, ma anche le sfumature più brillanti e luminose della gioia di essere un valore aggiunto all'esistenza del genio artistico. Al Teatro Libero da giovedì fino domenica (info: 02-8323126, www.teatrolibero.it) andrà in scena Vedove, due monologhi scritti dal critico teatrale del Giornale Enrico Groppali e diretti da Myriam Tanant, con al centro i mondi distanti di due donne dalle menti raffinate, tanto prossime alla cultura e alla sapienza. «La protagonista del primo atto - racconta Enrico Groppali - è la vedova di Luigi Pirandello, Antonietta Portulano; non sono in molti a conoscere questa figura soprattutto perché, nell'analisi delle opere pirandelliane, la donna che sempre emerge come fonte di ispirazione dello scrittore agrigentino è Marta Abba. In questo lavoro ho voluto raccontare la dimensione folle dell'arte e la mercificazione di una donna che, a causa della sua malattia, è sempre rimasta in ombra se non nelle tenebre». Si sa, per definizione, che la gelosia è un sentimento irrazionale, ma gli eccessi della povera Portulano, giunta ad accusare addirittura il marito di incesto con la figlia Lietta, l'hanno portata a restare richiusa in un ospedale psichiatrico. «E' stato molto interessante, per me, andare a cercare nelle opere di Pirandello gli echi di questa situazione familiare; ne "Il berretto a sonagli", ma anche in "Vestire gli ignudi" e in "Come tu mi vuoi", sono evidenti tracce della triste, direi tragica condizione di quella famiglia». Come un'intensa esplorazione della psiche femminile, attraverso il monologo, la Portulano, interpretata da Maria Teresa Facta, evoca le sofferenze, i drammi e le angosce vissute durante il matrimonio con il genio siciliano. Ben più positiva, invece, dove è facile intravvedere un messaggio di speranza e di fiducia nella vita, è la piéce dedicata ad Alma Mahler Schindler, la quattro volte vedova dell'arte che per anni ha ispirato e incoraggiato geni del calibro di Gustav Mahler, Gropius, il pittore Gustav Klimt, fino a Kokoschka. «Si tratta di una vedova tragicomica e sarcastica - racconta sempre l'autore - che ho avuto l'opportunità di conoscere attraverso un bellissimo spettacolo a quadri a Vienna». Se la protagonista di quell'allestimento era Milena Vukotic, giovedì al Teatro Libero sarà la stessa regista, Myriam Tanant, a dare voce alla seducente Alma, la vedova delle quattro arti, testimone della produzione teatrale, musicale e figurativa.
«Nonostante sia stata calunniata per la sua carriera amorosa, credo che alla Mahler occorra innalzare un monumento per la sua intensa attività di curatrice e di ispiratrice nonché di deus ex machina, capace di influenzare la creatività di geni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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