Cronaca locale

Quei cattivi pensieri sulla manovra

I cattivi pensieri c’inseguono. La Finanziaria non lascia presagire – sospettiamo – nulla di buono per Milano. Infrastrutture, sicurezza, formazione, cultura, miglioramento dei servizi per la cittadinanza sono richieste più che legittime, sacrosante, da parte di Palazzo Marino e a loro fondamento ci sarebbero non soltanto esigenze obiettive, ma anche impegni precisi del governo. Milano è uno dei principali motori del Paese e per fare la sua parte, nell’interesse di tutti gli italiani, ha bisogno di risorse adeguate. Il governo, incalzato da Letizia Moratti, non disconosce il buon diritto di Milano a investimenti adeguati e nella prosa elusiva della risposta scritta dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Enrico Letta il sindaco ha individuato elementi criticabili, che ha subito denunciato.
Il governo Prodi non si rimangia l’idea del “tavolo Milano”, ma di tavoli sono piene le strade delle promesse non mantenute. Parleremo, dice Letta, ma Palazzo Chigi non assume impegni chiari, precisi.
Di qui i cattivi pensieri. L’attuale governo non ha la forza di tagliare le spese agendo sui meccanismi di spesa della macchina statuale – ministri e sindacati sono alleati – e tende a scaricare le difficoltà del rapporto coi cittadini sulla periferia, sugli enti locali. Che non avranno risorse, ma il discutibile potere di rendersi odiosi aggiungendo le tasse comunali e regionali a quelle statali. Bella prospettiva.
Questa finanziaria si annuncia, quindi, doppiamente predatoria per i cittadini, che avranno più tasse e meno servizi. Ma non basta. C’ anche il sospetto che questa finanziaria sia punitiva, verso i ceti che lorsignori non ritengono bendisposti per il centrosinistra. E anche per le città, sospettiamo, che costituiscono il modello di governo locale del centrodestra. Milano, tanto per fare un esempio.
Vuoi vedere che il governo Prodi inseguirà un ridicolo rigore mancando agli impegni con Milano? Naturalmente Palazzo Chigi può smentirci.

Coi fatti, però, non con letterine su tavoli e dialoghi.

Commenti