Quei «mastini della guerra» divenuti leggendari in Congo

Si chiamavano Bob Denard, Jean Schramme e Michael Hoare. Nell’Africa degli anni ’60 sono i protagonisti e i simboli delle guerre post coloniali. Non sempre negativi. Nel 1964 Michael Hoare detto Mike il Pazzo entra a Stanleyville e mette in salvo 1400 occidentali ostaggi dei ribelli Simba. L’operazione Dragone Rosso diventa leggenda e Hoare dieci anni dopo si ritrova consulente sul set di I quattro dell’oca selvaggia, un film ispirato alle sue imprese. Quando nel 1967 Mobutu prende il controllo del Congo ed esilia il premier Moise Ciombé, il belga Schramme decide contro ogni logica professionale di schierarsi con il più debole. Abbandona il dittatore emergente e guida la ribellione del Katanga fedele a Ciombé. Per sette mesi resiste circondato in quella che passerà alla leggenda come la sacca di Bukavu, poi rompe l’assedio e guida la ritirata in Ruanda. La carriera più tumultuosa è quella di Denard (nella foto), il “colonnello” a cui la Francia affida tutte le missioni sporche d’Africa. Dopo un esordio katanghese nel 1963 passa nello Yemen del Nord e addestra le tribù in rivolta contro il governo. Torna in Congo per combattere i guerriglieri comunisti fedeli a Lumumba, ma poi finisce pure lui nella sacca di Bukavu, dove resta ferito. Negli anni ’70 le isole Comore diventano la sua passione e la sua dannazione.

Per quattro volte ne depone il governo trasformandole in un regno privato. Nel ’95 l’ultimo golpe, non autorizzato da Parigi, gli è fatale. La Francia manda un corpo di spedizione, Denard si arrende e finisce in prigione. È l’ultima missione di un colonnello sopravvissuto alla sua epoca.

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