Quel falso mito dell’identità ligure

Caro direttore, noto con piacere lo spazio da lei recentemente dedicato alle questioni identitarie, legate in particolar modo ai concetti di «patria ligure», d'appartenenza regionale, cari, per fortuna a mio modesto avviso, a pochi costruttori di verità rivelata. E allora, come si addice ad una seria pubblicazione quale Il Giornale, proviamo a scrivere per far chiarezza.
Non esiste, né è mai esistita, alcuna etnicità prettamente ligure in grado di creare un senso d'appartenenza sociologicamente e politicamente nazionale. Persino andando là dove preistoria e storia si confondono, una tradizione ligure non potrà che essere ritrovata all'interno di quella matrice celtica così sviluppata in tutta Europa, caratterizzante la maggior parte delle popolazioni nordiche del tempo. Mi spiace poi dover citare la radice semantica di Genova, assai strettamente legata al dio bifronte, latino, delle porte solstiziali (come il porto marittimo) conosciuto con il nome di Giano, ricordando così la storica appartenenza ligure alla cultura mediterranea, latina e romana.

In tutta la sua storia la popolazione ligure non ha sviluppato alcuna forma identitaria paragonabile a qualsiasi altro collante, essendo costantemente e naturalmente, dato il ruolo portuale, di commercio, d'apertura verso l'esterno, verso il mediterraneo, inserita in una cornice culturale assai più ampia ed evoluta. (...)

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