da Parigi
«Sarebbe irresponsabile non proseguire la nostra azione», dichiara, apparentemente sicuro di sé, il premier francese Dominique de Villepin ai giornalisti, da lui convocati per una conferenza stampa a dir poco imbarazzante: questo uomo politico - che nei sondaggi ha perso 29 punti di popolarità in quattro mesi - potrebbe essere convocato dai magistrati che indagano sui mille rivoli del cosiddetto «Affare Clearstream», oscura vicenda di tangenti vere e di false accuse, di quattrini in Lussemburgo e di fango gettato nel ventilatore. Gettato perché? E soprattutto da chi? Secondo il quotidiano Le Monde, il clan dei fedelissimi di Villepin si sarebbe affrettato nel 2004 a utilizzare le indagini giudiziarie su vecchie tangenti allo scopo di incastrare Nicolas Sarkozy, compagno di partito di Villepin, ma suo possibile rivale nella corsa alla candidatura del centrodestra alle presidenziali del 2007. Sembra che la magistratura sia molto interessata alle dichiarazioni contraddittorie del generale dei servizi segreti Philippe Randot. In un primo tempo lo 007 avrebbe detto che - in occasione di una riunione nel 2004 con Villepin, allora ministro degli Esteri, e con i suoi più stretti collaboratori - gli sarebbe stata rivolta unimbeccata: «sporcare» Sarkozy con la vicenda delle tangenti nella banca lussemburghese Clearstream. Poi Randot ha ritrattato, dicendo di non essere stato compreso. Però Le Monde lo ha incalzato, pubblicando appunti della riunione in questione, da cui risulta che si parlò effettivamente di Sarkozy. Ieri, Villepin ha contraddetto le sue precedenti dichiarazioni, ma ha cercato di salvare la faccia: ha ammesso che fu fatto il nome di Sarkozy, ma non a proposito delle indagini sulle tangenti. Strano, visto che proprio questo era largomento della segretissima riunione.
I francesi si pongono tanti interrogativi e stentano a darsi risposte soddisfacenti.
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